Milan, come ritornare grandi senza spese folli

MILANO – «Le società di calcio non si possono sottrarre alle regole della buona gestione, puntando all’equilibrio costi-ricavi». E ancora. «Bisogna evitare di fare follie come deve fare ogni società di qualsiasi settore economico». Firmato Marina Berlusconi, presidente Mondadori intervenuta all’assemblea degli azionisti del gruppo di Segrate. In materia di conti la pensa esattamente come Silvio Berlusconi, patron del club rossonero «più titolato al mondo» e fautore, da qualche anno del teorema «il Milan deve camminare con le proprie gambe», senza ricorrere alle risorse dell’azionista.

Come anche in occasione dell’ultimo bilancio, appena approvato, con un deficit minuscolo rispetto al passato e alle altrui abitudini, meno 10 milioni di euro ripianato con assegno. «Le decisioni sul Milan non dipendono da me ed io non capisco molto di calcio anche se ho figli tifosissimi» l’altra affermazione del presidente di Mondadori e Fininvest che sottolinea chi ha il timone del club rossonero, Silvio Berlusconi e il suo manager di fiducia Adriano Galliani. La conclusione di Marina Berlusconi è una dichiarazione molto schietta. «Finanziariamente vediamo se sui bilanci del Milan sia possibile migliorare» la dichiarazione. Che vuol dire promettere altre lacrime e sangue. Specie se si pensa a giugno 2011 quando andranno in scadenza molti contratti impegnativi, da Pirlo a Ronaldinho per fare i nomi più gettonati.

Forse fare meglio di così, in materia di numeri e di bilancio, dopo aver provveduto alla cessione di Kakà riducendo all’indispensabile (un solo acquisto, Huntelaar) l’investimento, è difficile se non impossibile. Basta un solo confronto per capire. Lunedì pomeriggio la Samp (in lotta col Palermo per il quarto posto) ha presentato ed approvato il proprio bilancio con un passivo di 16 milioni e 300mila euro (deve provvedere Garrone) pur disponendo di un monte-premi stipendi nettamente inferiore al Milan, al pari dei ricavi.
Sintonia assoluta allora tra Marina Berlusconi e lo stesso Galliani, incontrato ieri pomeriggio subito dopo l’assemblea di Segrate a testimonianza di rapporti personali eccellenti.

Il dirigente rossonero è infatti preoccupato più dalla piega presa nel finale di stagione che dai numeri e dalla conferma che nel futuro mercato non sono previste «spese pazze». L’arretramento denunciato dal Milan (nelle ultime sette gare 1 successo, 3 sconfitte e 3 pareggi) è la conseguenza diretta dell’assenza, per infortunio, di Nesta e Pato. Adriano Galliani ha una tabellina sul suo tavolo che mostra a qualunque ospite arrivi nei suoi uffici di via Turati. «Nelle 18 partite in cui Nesta e Pato hanno giocato, il Milan ha avuto una media punti di 2,16 contro i 2,08 dell’Inter, mentre nelle 17 sfide affrontate senza Nesta e Pato il rendimento medio è precipitato a 1,47 punti a partita.

Per i tifosi, abituati a sognare col portafogli altrui, il no alle spese pazze è una notizia tutt’altro che rassicurante. E quasi in contemporanea con le frasi di Marina Berlusconi, è partita una contestazione sfociata su Facebook dai toni polemici. I più intransigenti sono pronti a promuovere una manifestazione di protesta disertando sabato lo stadio (si gioca Milan-Fiorentina decisiva per il terzo posto) e sfilando sotto gli uffici di via Turati. La risposta è arrivata a stretto giro di nota firmata dalla stessa Fininvest che ha ricordato di aver investito «nel Milan 237 milioni in 5 anni, dal 2005 al 2009». «Questa politica – il testo della nota – è stata resa possibile dal decisivo sostegno di Fininvest che dal 2003 ad oggi ha immesso anche nuove risorse finanziarie sotto forma di aumenti di capitale, pari a circa 220 milioni di euro». Smentita infine ogni ipotesi di cessione del club confermando invece «l’obiettivo di aggiungere nuovi, prestigiosi, traguardi a quelli che hanno fatto del Milan la squadra più titolata al mondo».

fonte: ilgiornale.it

La Redazione di Calciomercatonews.com