L’editoriale di Ziliani: “Berlusconi, così il Milan va alla rovina”

MILANO – Quando Berlusconi dice: “Se l’avessi allenato io, il Milan avrebbe vinto il campionato con 5-6 punti di vantaggio sull’Inter” (che per la cronaca ha vinto 4-0 il derby d’andata e 2-0 – giocando un’ora in 10 uomini– il derby di ritorno), è giusto liquidare la frase con un titolino a due colonne, come si addice a un episodio di folklore? Secondo noi no. Perché di folkloristico, nelle dichiarazioni del presidente del Consiglio, c’è ben poco; semmai c’è la conferma che Berlusconi continua a pensare, a 3 anni dall’ultima grande conquista (la Champions vinta ad Atene, 2-l al Liverpool), che il Milan sia la squadra italiana migliore, quella con i giocatori più forti. E così, dopo aver compatito Ancelotti per non aver vinto nulla nella stagione 2008-2009, benedicendo il suo passaggio al Chelsea, Berlusconi ha vissuto con l’anima in pena anche l’ultima stagione, quella con Leonardo in panchina; con una insoddisfazione talmente evidente, talmente palpabile, da indurre Leonardo a gettare la spugna dopo appena 9 mesi di lavoro. Un lavoro che la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori ha giudicato buono, con la qualificazione-Champions mai in discussione e addirittura sogni di scudetto cullati fino ad aprile, ma non Berlusconi. “Leonardo è un testardo – ha spiegato il premier -: spesso ci siamo confrontati, ma lui poi ha sempre voluto fare di testa sua”. Già. In attesa di scoprire cosà farà l’anno prossimo Leonardo e quali risultati conseguirà – ammesso e non concesso che continui a sedere in panchina -, una risposta interessante la stagione da poco conclusa l’ha fornita: e la risposta che tutti attendevano è che Ancelotti non era poi così bollito. Anzi. La doppietta realizzata al primo anno da allenatore del Chelsea (campionato e FA Cup), con vittorie in casa di Manchester United, Arsenal e Liverpool e giocatori che lo hanno seguito e quasi adorato, ha fatto venire il sospetto che la sua bravura sia stata mostruosa anche e soprattutto nelle ultime stagioni rossonere, quelle culminate col doppio trionfo in Champions e nel Mondiale per club (2007), successi strappati con una squadra che già cominciava a dare chiari segnali di logoramento e che dopo Kakà (estate 2003) non era più stata rinforzata con un campione vero, a meno di non ritenere tali i vari Ronaldo, Vieri, Emerson, Beckham e Oliveira venuti a ingrossare il cimitero di elefanti allestito da Galliani e Braida – col placet di Berlusconi – a Milanello. E insomma: la colpa del soporifero Milan dell’ultima stagione e mezzo (dall’Intercontinentale in poi) non era di Carletto. Alla guida di una squadra vera, lui è ritornato a vincere regalando ai tifosi del Chelsea un “double” storico; mentre senza di lui, il Milan ci ha provato ma a dispetto dell’immane sforzo di fantasia operato da Leonardo, alla fine è arrivato, ancora una volta, terzo. Che ormai da anni sembra essere il traguardo massimo cui può aspirare il Milan. Anche se Berlusconi pensa che no, il Milan è più forte dell’Inter e se non vince la colpa è di Ancelotti e poi di Leonardo e un altr’anno – scommettiamo? – di Allegri. O chi per lui. Ebbene: Berlusconi che pensa questo, convinto di essere nel giusto, è la peggiore notizia che i tifosi del Milan potrebbero ricevere. Perché un conto è non rinforzare la squadra per motivi di risparmio (discutibilissimi ma comprensibilissimi); un conto è non rinforzarla perché non se ne avverte l’esigenza. Se Berlusconi pensa (e lo pensa davvero) che il Milan di Leonardo – il Milan di Dida e Abate, Favalli e Oddo, Jankulovski e Gattuso – avrebbe potuto vincere il campionato con 5-6 punti di vantaggio sull’Inter, per i tifosi è la fine. Significa che il senso di realtà è stato smarrito e che in via Turati si viaggia, ufficialmente, borderline. Tutti pensano che quel che dice Berlusconi è una pazzia, ma nessuno ha il coraggio di dirglielo. Nell’era-Berlusconi il Milan ha giocato 8 finali di Champions vincendone 5: nessuno in Europa negli ultimi 20 anni è riuscito a fare meglio. Berlusconi è stato la fortuna del Milan. Qualcuno gli dica che adesso rischia di diventarne la rovina.

Fonte: Paolo Ziliani

Redazione Calciomercatonews.com

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