Mourinho al Real: l’Italia non lo ha mai capito e come recita il detto, caro Josè, sono solo ‘perle ai porci’

MILANO – Ho aspettato il giorno giusto. Oggi Jose Mourinho sarà il nuovo allenatore del Real Madrid. Oggi è il giorno giusto per salutarlo e ringraziarlo di tutto. Non sono interista e mi interessano poco le pagine di storia che ha scritto in casa nerazzurra. Lo ringrazio perché ha dimostrato che anche nel calcio si può dire ciò che si pensa. Non si è piegato a un sistema che vede domande inutili e risposte ciclostilate riempire pagine di giornali da decine di anni. Ha replicato a ogni critica. Ha dato filo da torcere a tutti. Lo ringrazio perché è stato il miglior blogger del calcio italiano per ben due anni.

Ha trasformato l’Inter in una leggenda del calcio, ma sono tutti troppo presi a parlare della sua scarsa gratitudine nei confronti di Moratti per capirlo. Ha dato una grande lezione al nostro calcio, ma nessuno avrà mai il coraggio di affermarlo. Vai Josè, vai a Madrid. Costruisci un progetto vincente come a Milano. Ti auguro di vincere la tua terza Coppa con la terza squadra. Ti auguro di regalare alla stampa spagnola lo show che hai regalato a noi. Non sei un pirla. Lo capiranno subito. E se i nemici faranno rumore, come qui da noi, tu saprai rispondere per le rime. Forse avrai bisogno di altre manette. Forse di un’altra pazza corsa al Camp Nou. Ciao Jose. Vai pure a vestirti di bianco merengues. Noi ci teniamo la “prostituzione intellettuale” che tanto fece gridare allo scandalo chi finge cecità da decenni. Ci teniamo gli zero tituli di chi ha visto naufragare l’ennesimo progetto del dopo Calciopoli. Ci teniamo il mitico Berlusconi, che se avesse avuto il tempo di sedersi sulla panchina rossonera, ti avrebbe dato una bella lezione. Ci teniamo Marcello Lippi che, senza neanche nascondersi tanto, ci odia tutti dal profondo del cuore. Ci teniamo la Nazionale fatta di figli e figliocci. Ci teniamo Totti e i suoi telefonini. Ci teniamo Ranieri e la sua splendida collezione di sconfitte da applausi. Ci teniamo quei bolliti di Cannavaro, Del Piero, Seedorf e Ronaldinho. Ci teniamo la marmaglia di mezzi giocatori che popolano la nostra Serie A. Ci teniamo il “campionato più bello del mondo” che di bello non ha più nulla.

Ci teniamo le frasi fatte in conferenza stampa e i finti sorrisi. Tu vai a Madrid e continua ad aggiungere trofei alla tua incredibile carriera da Special One. Ci hai dato una bella lezione, ma nessuno ha imparato nulla. ll 3 giugno 2008, primo giorno nerazzurro della tua vita, hai detto: “Sono qui per fare la storia dell’Inter”. Perle ai porci, Jose. Perle ai porci.

fonte: sportemotori.blogosfere.it

La Redazione di Calciomercatonews.com

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