Calciomercato Inter – MILANO – Inseguito dalle telecamere, alla fine del forum Uefa, Mourinho dice: «Tornare all’Inter un giorno? Perché no? Siamo stati bene insieme». Ma lo sa anche lui che è molto, molto difficile. Naturalmente Mourinho non ha nessun interesse a chiudersi porte alle spalle per sempre. Aveva detto la stessa cosa lasciando il Chelsea: «Potrei tornare, un giorno». D’altra parte, dopo averlo licenziato – in un impeto di rabbia di cui s’è poi pentito – Abramovich ha fatto di tutto per restargli amico (e gli ha regalato una Ferrari); i giocatori e i tifosi non l’hanno mai dimenticato. Perché allora non rientrare davvero, un giorno? Facile a dirsi, ma non è accaduto e non accadrà. Perché Mourinho ha programmato il suo futuro da tempo: sulla sua strada, dopo il Portogallo, c’erano Inghilterra (Chelsea), Italia (il campionato più difficile del mondo, Inter), Spagna (Real Madrid). E così è stato. Non sono tante le squadre che ne possono accontentare pretese tecniche e finanziarie. Il prossimo capitolo, nei sogni neanche troppo segreti, è di nuovo la Premier: con il Manchester United però. Se entro un paio di stagioni Ferguson si farà da parte, Mou potrebbe diventare manager dello United, cioè più che allenatore, ruolo che insegue da tempo. Con Sir Alex il rapporto è splendido: potrebbe essere lui stesso a investire il successore. Di più: se Ferguson fosse già andato in pensione, forse ora scriveremmo un’altra storia. Nel futuro remoto, infine, la panchina del Portogallo sarà sua. Un giorno. Allo stesso modo Mourinho ha conservato un rapporto eccellente con Moratti, ben oltre il calcio. I due si sentono periodicamente, non solo per sms. I tifosi lo adorano, lo staff idem, non parliamo dei giocatori. C’è stato qualche problema in società, non è un mistero, ma il ricordo dell’Inter resta più che positivo. Il ricordo, però. Come ha detto Mou l’altro ieri alla Gazzetta: «Quando ho chiuso, ho chiuso». (Quasi) mai dire mai.
Fonte Gazzetta dello Sport
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