Calciopoli, lo Scudetto del 2006 dovrà essere revocato, ecco i motivi!

CALCIOPOLI – Cosa scrissero i tre saggi della Commissione nominata dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (Avv. Gerhard Aigner Prof. Massimo Coccia Prof. Roberto Pardolesi) Punto I: PREMESSA Comma 3: …la Commissione ha preso in esame la normativa della FIGC, della UEFA e della FIFA, oltre che la prassi in materia. Appare evidente dall esame della normativa e della prassi calcistica inter­nazionale che l’assegnazione di un titolo di campi­one nazionale non rientra nella sfera di competenza della UEFA e della FIFA, trattandosi di questione che, sotto il profilo giuridico, attiene unicamente alla vita endoassociativa della federazione nazionale interessata.

Punto III: LA PRASSI FEDERALE IN MATERIA Comma 9: Nella storia della FIGC risulta un solo precedente di revoca del titolo di campione d’Italia a seguito di una sanzione disciplinare inflitta alla squadra prima classificata. Si tratta del massimo campionato della stagione 1926/1927. A causa di un episodio di corruzione del giocatore juventino Allemandi da parte di un dirigente del Torino, il Direttorio della FIGC deliberò in data 19 novembre 1927 quanto segue: «Il Torino viene privato del tito­lo 1926/1927, che viene revocato senza assegnarlo alla seconda classificata». Stando alle fonti dell epoca, il Presidente della FIGC motivò la non asseg­nazione del titolo di campione d Italia alla seconda classificata ( il Bologna) con la seguente dichiarazione: «Il risultato dell’inchiesta è tale che ho riportato l’impressione precisa che talune partite di campionato abbiano falsato l’esito del campiona­to stesso».

Punto IV: L’ANALISI DELLE DISPOSIZIONI RILEVANTI Comma 20: Tuttavia, nell ipotesi da ultimo indicata, la FIGC ha certamente il potere discrezionale di deliberare la non assegnazione del titolo di campi­one d Italia alla squadra divenuta prima in classifica a seguito della penalizzazione della squadra o delle squadre che la precedevano se, alla luce di criteri di ragionevolezza e di etica sportiva (ad es. quando ci si renda conto, ancorché senza prove certe, che le irregolarità sono state di numero e portata tali da fal­sare l’intero campionato, ovvero che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi), le circostanze relative al caso di specie rendono opportuna tale non assegnazione. In questo caso, la squadra prima classificata sarebbe bensì vincitrice del campionato e dunque pienamente legittimata a partecipare alla Champions League in qualità di wi­nner o­f t­he t­op d­omestic l­eague c­hampi-onshipai sensi dell art. 1.02 delle Regulations of the UEFA Champions League ma non le verrebbe asseg­nato il titolo di campione d’Italia.

Fonte: Tuttosport

La redazione di Calciomercatonews.com




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