Champions League, la potenza offensiva dell’Inter è straordinaria

CHAMPIONS LEAGUE INTER – Quando fai tre gol in quattordici mi­nuti al Tottenham non a una squa­dra qualsiasi – e nessuno più di Benitez sa quanto siano fastidiosi e imprevedi­bili gli Hotspurs capaci infatti nel fina­le di sfiorare l’impresa – vuol dire che sei proprio di un altro pianeta. E l’In­ter, questa Inter di Champions è davve­ro una regina e come tale si comporta, almeno fino a quando tiene alta la ten­sione e la concentrazione: entra in campo, segna subito con Javier Zanet­ti – la sua bandiera – poi conquista un ri­gore, fa cacciare il portiere avversa­rio, segna il raddoppio con Eto’o e poi ancora il terzo con Stankovic. Uno pen­sa che sia passata una vita e invece non è trascorso ancora il primo quarto d’oradella sfida contro gli inglesi: partita praticamente archiviata con la quarta rete poco dopo la mezzora – sempre del cameru­nese – successo da mettere in vetrina e via con la qualificazio­ne al turno successivo ormai scontata, proprio dietro l’ango­lo, tanto per mettere sull’avviso le più grandi avversarie in cor­sa per il trofeo più ambito.

Sì, perché alla fine i tre gol del Tottenham, belli per carità, han­no un valore completamente di­verso rispetto a quelli realizzati dall’Inter nel primo tempo: sono arrivati a sfida praticamente chiusa, nell’ultimo quarto d’ora, quando i nerazzurri avevano ab­bassato la guardia, quando ave­vano smesso di attaccare e quando la concentrazione inevi­tabilmente non poteva essere la stessa dell’avvio. Chiaro, quella tripletta di Bale in incredibile fotocopia – che splendido gioca­tore – resta una macchia in que­sta splendida serata, ma resta la sensazione che l’Inter europea ­a proposito: nessun italiano in campo fino all’ingresso di Cudi­cini (nel Tottenham) e di Santon – sia di una forza sconfinata, ca­pace di qualsiasi impresa.

Se non consideriamo gli ulti­mi quindici minuti, quando in campo si è vista anche molta confusione provocata dai cambi di uomini e di modulo, possiamo dire che da San Siro è partito un messaggio per Mourinho, che con il suo Real aveva fatto a pez­zi la sera prima il Milan di Ibra e di Pato: l’Inter, che con il por­toghese aveva conquistato nel maggio scorso la Champions, è ancora sul pezzo, pronta a fare il bis nonostante gli infortuni (l’ul­timo, proprio ieri sera, di Stan­kovic: preoccupazione in più per Benitez) e una politica al rispar­mio che non ha consentito al gruppo di fare un altro salto di qualità rispetto alla stagione precedente.

Ma sapete perché l’Inter può ancora sognare, anzi deve so­gnare e pensare al colpo grosso? Perché in questo momento ha l’attaccante più forte del mon­do, Samuel Eto’o, ancora una doppietta contro il Tottenham e una partita di una intensità spa­ventosa finché partita c’è stata. Si vede chiaramente che questo bomber di razza si vuole diverti­re di nuovo dopo un anno da ter­zino, al servizio di Milito e di Sneijder, i grandi protagonisti dei trionfi nerazzurri. I numeri dicono che Eto’o può abbattere tutti i record di un attaccante: è solo il 21 ottobre e Samuel ha se­gnato già 14 gol con l’Inter, 6 in campionato, 6 in Champions League e 2 in Supercoppa italia­na.

Altri quattro ne ha fatti con la sua nazionale, ma noi ci limi­tiamo a quello che con l’Inter sta facendo al suo secondo anno italiano: Eto’o, in questo mo­mento, è l’Inter, perché Sneijder ancora non vola e Milito è fer­mo ai box almeno fino a novem­bre.

Benitez ha costruito una squadra semplice e spettacola­re, sfruttando al massimo le qualità del suo attaccante più bravo: deve solo darle più catti­veria, il modulo è lo stesso di Mourinho ma gli interpreti sono diversi perché Coutinho e Bia­biany con il portoghese non c’erano e ora sono praticamente titolari fissi, almeno in attesa del miglior Pandev e del recupe­ro di Milito. Ecco, forte del van­taggio accumulato nel girone di Champions e di un buon avvio anche in campionato, Benitez adesso dovrà studiare la formu­la giusta per non svilire l’argen­tino al rientro e per non ferma­re la corsa di Eto’o verso il dop­pio titolo dei capocannieri, in Italia e in Europa quando accan­to a lui ci sarà di nuovo proprio Diego. Se trova la formula giu­sta e si ricorda che non è il caso di mollare mai, neanche quando vince 4-0, chi la ferma più que­sta Inter?

fonte: corriere dello sport
la redazione di www.calciomercatonews.com




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