Calciomercato Inter: ecco chi è Yuto Nagatomo

CALCIOMERCATO INTER NAGATOMO – Molto semplicemente, Yuto Nagatomo è una furia. Piccolo e compatto, quando parte nei suoi coast-to coast sulla fascia l’altissima frequenza dei passi fa venire in mente certi vecchi fumetti, quelli in cui la sensazione della velocità veniva resa disegnando un mulinello al posto delle gambe. In senso lato, la Coppa d’Asia l’ha decisa lui, perché l’invito a corte per il principe Lee, sotto forma di un cross accompagnato da petali di rosa, l’ha spedito il suo diabolico sinistro; in senso stretto è giusto riconoscere che il merito massimo va a Zaccheroni, perché è stato il tecnico, avanzando Nagatomo da terzino a esterno di centrocampo, a «girare» la partita. Ma il fatto che per giocarsi la mossa capitale Zac abbia fatto ricorso a Yuto non va inquadrato nemmeno per scherzo nella connection Cesenatico Cesena. «Nagatomo è un giocatore da grandissima squadra» ripeteva Zac ogni volta che si facevano due chiacchiere nell’albergo di Doha. Forse sapeva già qualcosa, forse la superiorità del suo uomo gli pareva un’evidenza da gridare: sarebbe scorretto fare i cognomi dei terzini citati da Zac in opposizione al suo -e dunque ce ne asteniamo -ma la frase declinata più volte era «Ics è titolare nello squadrone Ipsilon e Nagatomo gioca nel Cesena? Ma dai…» . Tre ruoli Forse non tutti sanno che questo 24enne giapponese, terzino sinistro in Romagna e in nazionale, in realtà nasce destro; un giorno l’abitudine nipponica a ruotare i giocatori in più ruoli l’ha portato sulla fascia mancina, e lì Yuto è diventato perfettamente ambidestro. La terza posizione in cui se la cava è quella di difensore centrale, grazie a un’elevazione prodigiosa: è alto un metro e 70, ma ha il salto esplosivo di chi nasconde molle nei muscoli. Comunque sia, terzino o esterno (quasi ala), Nagatomo è sinonimo di devastazione perché è veloce, ha felici tempi di attacco alla linea del fuorigioco e crossa preciso sia dentro l’area che fuori. E per sfruttare Pazzini occorrono esattamente queste doti…

Fonte: Gazzetta dello Sport

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