Lazio-Roma, editoriale: dall’attesa infinita alla speranza di un derby pacifico!

LAZIO ROMA DERBY CALCIO – Li avete sentiti? Come cosa..gli improperi che si è beccato chi ha fatto i calendari collocando il derby dopo la sosta per la Nazionale!
Si sono levati alti e rumorosi da ogni quartiere al di qua del grande raccordo anulare!
Il derby è contraddizione. Lo si aspetta un anno, ma è una partita che nessuno vorrebbe che ci fosse perchè è causa di paure, di stress, di notti insonni.
Nemmeno la possibilità di vincerlo serve a calmare le paure che scaturiscono dalla possibilità di perderlo diventando bersaglio di sfottò, offese e spernacchiamenti dei “cugini” rivali.
Aggiungere una settimana di ulteriore attesa frenetica non ha giovato a nessuno nell’ambiente ed ora che il countdown è agli sgoccioli l’attesa è spasmodica.
Forse alla fine la sosta potrebbe aver giovato alla sola Lazio che probabilmente recupererà Klose, non alla Roma che dovrà fare a meno di Totti; il Capitano ha issato bandiera bianca di fronte alla spavalderia prepotente della sua lesione muscolare.
Non ci sarà il recordman giallorosso e questa è una perdita grave per lo spettacolo derby nel suo complesso.
A tal proposito è con rammarico che ci annotiamo il secondo forfait della bellissima aquila Olimpia, che non volerà sullo stadio nemmeno quest’anno.
Purtroppo ipotizzare che sia un pericolo per l’animale solcare la sponda giallorossa del cielo romano è realistico, doloroso e realistico, e fa rabbia.
In casa Lazio tutto ruota intorno al recupero di Klose; se il panzer dovesse recuperare allora farebbe coppia con il portafortuna Cissè con Hernanes alle loro spalle mentre il resto della formazione ricalcherebbe quella vittoriosa a Firenze. Se il tedesco non guarisse in tempo probabile inserimento di uno tra Mauri e Rocchi.
Nella Roma i ”formazionisti” parlano di Pjanic trequartista al posto di Totti con Perrotta in mezzo al campo; noi azzardiamo Borriello titolare perchè non siamo bene informati e perchè ci piace provare a capire come ragiona Luis Enrique accollandoci il rischio della super cantonata.
Il pragmatismo potente della Lazio contro l’abbozzo di gioco spagnoleggiante della Roma; questa potrebbe essere una polaroid pre-gara, ma è difficile capire quanto e se le due squadre saranno se stesse o proveranno ad adattarsi all’avversario per irretirne le trame ed indebolirne i punti di forza.
Oltretutto i derby non si giocano solo spostando le pedine e studiando la tattica.
Il derby non ha logiche, non esiste classifica e non esiste il più forte. E’ un mix non dipanabile di variabili impazzite che si autogovernano determinando gioie e dolori che a Roma si amplificano a dismisura riverberando i propri effetti per mesi…come un eco che non si spegne e non si smorza, ma si propaga nel tempo e nello spazio sia pur sommessa.
Ed il bello del derby (di ogni derby)sta proprio in questa dose di pazzia ed imprevedibilità, di magia e pathos evergreen che si rinnovano sempre uguali mentre il mondo attorno cambia.
Passano gli anni, si alternano stagioni e generazioni, cambiano le curve, gli stadi, le congiunture economiche e forse quelle astrali, ma ogni derby lo vuoi vincere anzi non lo vuoi giocare per non perderlo e se lo vinci non vuoi rientrare a casa e se lo perdi.. mamma mia e chi esce mo!
Nessuno ha il potere, e spero nessuno lo abbia mai per cambiare questi aspetti delle stracittadine, ma tutti abbiamo il potere ed il dovere di fare in modo che questo patrimonio non si perda.
Sarebbe bello che lo stadio fosse pieno e corretto, che fuori non succedesse nulla, che ci fossero tante famiglie e tanti bambini e che l’unica arma usata prima durante e dopo sia l’ironia anche brutale ed oltraggiosa tipica del derby romano.
In poche parole sarebbe bello riuscire tutti insieme a far passare il concetto che si perde e si vince in un contesto sportivo; la sconfitta nel derby è un dramma sportivo ma solo e soltanto questo.
Che bello sapere che la vita continua e che tra qualche mese è di nuovo derby.

Angelo Spada www.calciomercatonews.com

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