Calciopoli, scatta l’autodifesa di Bergamo: Io parlavo con tutti, Elkann e Montezemolo lavoravano contro Giraudo

CALCIOPOLI JUVENTUS INTER BERGAMO MOGGI- E se la vicenda Calciopoli nasca da juventini che combattono altri juventini? Ieri dal processo di Napoli è emersa l’ennesima prospettiva, avvalorata dall’autodifesa dell’ex designatore degli arbitri Paolo Bergamo, a Tuttosport. Un’ipotesi complottista e tutta interna all’ambiente bianconero: da una parte i seguaci degli Agnelli, dall’altra la nuova cosca Giraudo – Moggi. In particolare Bergamo si riferisce a John Elkann e Luca Cordero di Montezemolo quando confessa: “C’era un gruppo che lavorava a costruire le condizioni perchè Giraudo venisse disintegrato“. Dichiarazioni clamorose utilizzate come alibi per l’ex designatore ma che potrebbero nascondere qualcosa di vero. Un castello ben architettato, degno di un giallo alla Agata Christie: “Entro alla Can nel 1999 e la Juve perde lo scudetto con la Lazio nel 2000, contro la Roma nel 2001. Eravamo un bel gruppo di imbroglioni sgangherati: due anni di fila con lo scudetto al Sud, mai visto!”. Tutto quadra secondo l’ex fischietto di Serie A e il primo scudetto conquistato dalla Juve sotto la sua gestione (2002, ndr), è stato solo un suicidio dell’Inter di Moratti. L’ultimo elemento della sua autodifesa riguarda le disparità di controlli nei suoi rapporti con le varie società: “Ma io parlavo con tutti, Carraro voleva così. E cenavo con tutti: con il compianto Franco Sensi, con Tanzi e Sacchi, con Spalletti, Spinelli, Aliberti. Poi invito a casa Facchetti, Galliani e quelli della Juve, quando il campionato è ormai finito: ma solo con i bianconeri mi ritrovo casa circondata dai carabinieri, il foto appostamento, le intercettazioni. Eppure l’invito a Facchetti e Galliani l’ho fatto via telefono! Ma niente: non mi torna niente in questa indagine e le sue lacune: la scheda svizzera la usava mia moglie. Con i falsi storici di Nucini: incontra Moggi, diventa sodale e noi non lo mettiamo più in serie A. Altro che affiliazione: era scarso!”. Assistiamo all’ennesimo colpo di scena nella vicenda più triste della storia del calcio italiano: 5 anni di indagini, ma regna ancora il mistero.

Davide Capogrossi – www.calciomercatonews.com

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