Juventus, Cipriani, rivelazioni dal caso Telecom: “Il computer scomparso” e “l’obiettivo Moggi”

 

 

JUVENTUS CIPRIANI TELECOM MOGGI – L’edizione odierna di Tuttosport ritorna sul caso Telecom e sul contro interrogatorio delle difese nei confronti dell’ex investigatore privato al centro dello scandalo Telecom Cipriani. Ieri, incalzato dall’avvocato Paolo Gallinelli, legale di De Santis, Cipriani ha chiarito altri dettagli interessanti sulla vicenda. Quando Gallinelli gli ha chiesto come venissero trattati dossier di livello 1 da Tavaroli, Cipriani ha detto: “I dossier di livello 1 venivano informatizzati da Tavaroli e il dossier Operazione Ladroni era un dossier di livello1”. Cipriani ha rivelato che l’Inter è stata “assidua cliente della Polis d’Istinto dal 2000 al 2006, quando si interruppe il rapporto dopo lo scoppio dello scandalo Telecom”. E ha specificato che le indagini sulla Gea, da cui era partita l’inchiesta illegale, aveva “come obiettivi i signori Moggi”. Sul computer di Tavaroli c’erano tutte le indagini su De Santis, sui dirigenti della Juventus, su Foti e anche sul traffico di alcuni numeri telefonici della Figc (probabilmente quelli dei due designatori arbitrali). Tavaroli era colui il quale teneva i contatti fra l’Inter e la Polis d’Istinto e che organizzava le frequenti riunioni per aggiornare il committente. Tuttosport sottolinea come il computer di Tavaroli e il materiale informatico gli viene sequestrato quando scatta l’inchiesta Telecom nella caserma dei Carabinieri di via Inselci a Roma, la famosa seconda sezione dove l’allora maggiore Auricchio conduceva le indagini su Calciopoli. I motivi di questo sequestro fanno pensare. Il materiale informatico viene spedito da Roma a Milano per essere ispezionato, l’avvocato Gallinelli sospetta che il materiale (illegalmente raccolto) contenuto in quel computer e in quegli hard disk (e Cipriani ha confermato quale fosse) potesse in qualche modo essere riciclato nelle indagini di Calciopoli.

 

Giacomo Novara – www.calciomercatonews.com

 

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