Mondiali 2014, la scheda del Brasile

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MONDIALI 2014 BRASILE – La tradizione vuole che il paese ospitante del Campionato Mondiale di calcio faccia parte del primo raggruppamento e sia esclusa dal forcing delle qualificazioni: troviamo in questo modo il Brasile, nel girone A, a fare da apri porte della 20ª edizione della Coppa del Mondo. La Seleçao, squadra che conquistato per ben cinque volte il titolo iridato, proverà, in terra propria, ad alzare per la sesta volta la “Copa du Mundo”. 20 partecipazioni su 20, unica nazionale sempre presente dal 1930 ad oggi e Campione del Mondo nel 1958, 1962, 1970, 1994 e 2002. “The Samba Kings” (il nome “Re della Samba” è un riferimento allo stile di gioco del Brasile e al tipico ballo brasiliano) è senza ombra di dubbio la squadra favorita alla vittoria finale, dopo che, nell’anticipazione del Mondiale, ha conquistato senza grossi problemi la Confederations Cup 2013, battendo nazionali titolate come l’Uruguay e l’Italia ‘sbeffeggiando’ in finale i campioni del Mondo e di Europa della Spagna con un secco e sonoro 3 a 0. Protagonista, come da regolamento, del match d’apertura della competizione il 12 giugno a San Paolo contro la Croazia, la Seleçao ospita il suo secondo Mondiale dopo quello perso amaramente tra le mure amiche nel 1950 (a cui bastava un pareggio in finale contro l’Uruguay il 16 luglio 1950 al Maracanã di Rio de Janeiro per aggiudicarsi la Coppa Rimet) persa poi per 2 a 1; infatti, è ancora amaro il ricordo del “Maracanazo” (termine spagnolo che si riferisce alla sconfitta contro ogni pronostico) a tal punto da indurre la Federazione Brasiliana a cambiare divisa passando dal bianco ai colori proprio della Celeste, fino al verde-oro attuale. Per riportare sul carro dei vincitori la Seleçao è stato richiamato, dopo l’esonero di Menezes, Luis Felipe Scolari. Il tecnico già campione del Mondo in Corea del Sud e Giappone nel 2002 si è presentato subito a suo modo vincendo, come scritto in precedenza, la Confederations Cup 2013 con una rosa alquanto insolita per le caratteristiche a cui siamo abituati a veder giocare i verdeoro.

LA FORMAZIONE

Il Brasile scenderà in campo con 4-2-3-1; in porta fiducia a Julio Cesar che dopo la parentesi in Inghilterra al QPR si è trasferito in prestito ai Toronto FC in MLS a caccia di una maglia da titolare al Mondiale. Linea difensiva composta da sinistra verso destra da Marcelo, terzino sinistro classe ’88 del Real Madrid che con le sue 39 presenze ed i suoi 2 gol e 8 assist ha contribuito alla conquista della Champions League e della Coppa del Re; coppia centrale formata dal nuovo duo del PSG, Thiago Silva e David Luiz, mentre, la corsia di destra verrà occupata dallo stancabile motorino del Barcellona Dani Alves che nello scorso mese di aprile compì un grande gesto contro il razzismo. A centrocampo, la linea dei due mediani verrà affidata a Paulinho del Totthenham a segno 6 volte con la maglia degli Spurs e da Luiz Gustavo, centrocampista del Wolfsburg che ultimamente ha suscitato l’interesse dell’Inter; occhio, però, ai calciatori pronti ad entrare a match in corso, la solidità di Fernandinho centrocampista del Manchester City e la qualità di Ramires del Chelsea sono da tenere in considerazione cosi come l’innesto di Hernanes impiegato da Scolari in una posizione più arretrata da come siamo abituati a vederlo noi in Italia, Lazio ieri ed Inter oggi. Persa la battaglia con la Spagna per Diego Costa, l’attacco è l’anello più debole della Seleçao e le speranze sono tutte risposte in Neymar, idolo di casa, che nel Barcellona del “Tata” Martino ha realizzato 15gol e altrettanti assist per i compagni squadra: al suo fianco giocheranno Hulk e Oscar, il primo dotato di grande forza fisica ha gonfiato la rete per ben 21 volte nelle 34 presenze annuali collezionate nello Zenit andando a segno ogni 135 minuti; il secondo, Oscar, è il punto fermo del Chelsea di Mourinho. L’attaccante che va a completare il 4-2-3-1 di Scolari è Fred, trentenne calciatore del Fluminense che nella scorsa edizione della Confederations Cup si è aggiudicato la Scarpa d’Argento, realizzando 5 reti. Da tenere in considerazione Bernard, talento trasferitosi l’anno scorso dall’ Atletico Mineiro allo Shaktar Donestk di Lucescu ma con scarsi risultati visto che non è riuscito ad esplodere in terra europea e Jo, punta dell Atletico Mineiro; entrambi, però, non sono letali, come la tradizione brasiliana vuole, dagli ultimi 20 metri.

Ag. Fifa Mattia Grappasonno

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