Milan, Bonaventura: ‘Abbiamo tutte le carte in regola per il terzo posto. Nazionale? Prandelli preferiva altri’

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MILAN BONAVENTURA – Il Milan si gode il suo Jack di… gol. Giacomo Bonaventura è arrivato nella Milano rossonera quasi sul gong del calciomercato estivo, soffiato ai cugini nerazzurri. L’ex Atalanta non c’ha messo molto per entrare subito nel cuore dei tifosi e nelle grazie del mister Pippo Inzaghi. Il motivo è presto detto: il giocatore è duttile, riesce a ricoprire più ruoli e offre la possibilità del cambio di modulo a partita in corso. Quest’anno Bonaventura è stato schierato in più posizioni: mezzala, largo nel 4-2-3-1 o attaccante esterno nel tridente offensivo. Inutile dire che in ogni ruolo abbia convinto. Oltre a questo ci sono già 3 gol da mettere in conto: quello dell’esordio contro il Parma, la prodezza di Cagliari e l’ultimo, il colpo di testa a trafiggere Rafael in Milan-Napoli. Il Diavolo gongola con il suo giovane fenomeno.

‘NAZIONALE? PRANDELLI PREFERIVA QUELLI CRESCIUTI CON LUI’

Intervistato dal Corriere dello Sport, Bonaventura si è raccontato iniziando con la descrizione del suo ruolo in campo e l’arrivo in rossonero. Ecco le parti più salienti delle confessioni del Jack rossonero: ‘Dove ho imparato a essere così duttile? Un po’ dappertutto. Le mie esperienze professionali mi hanno insegnato qualcosa. Il mio vero ruolo? Non lo so nemmeno io, l’importante per me è sapere quello che devo fare. Inzaghi è perfetto anche in questo senso: mi mette a mio agio e mi insegna a smarcarmi. L’approdo al Milan? Il 1 settembre 2014 ho aspettato fino a tarda serata in attesa dell’accordo con l’Inter, poi è arrivato il Milan e sono stato felicissimo per quest’ultima opportunità. Il terzo posto? Noi ci proviamo ma anche le altre squadre sono ben attrezzate. Il Milan ha tutte le carte in regola per raggiungere questo obbiettivo. Questa squadra deve crescere e la partita di sabato a Roma ci dirà a che punto siamo. La Nazionale? Sicuramente è un mio obbiettivo. Con Prandelli c’è stata qualche convocazione, ma non sentivo grande fiducia, preferiva quelli cresciuti con lui, che sugli altri avevano la precedenza’.

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