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Editoriale Ziliani: “Inter, hai compiuto il salto di qualità”

MILANO – Se è vero che le fortune del Milan berlusconiano iniziarono grazie a un incredibile colpo di buona sorte (la famosa nebbia di Belgrado che il 9 novembre dell’88, col Milan sotto di un gol e avviato all’eliminazione, calò sul campo costringendo l’arbitro a sospendere la partita: che rigiocata il giorno dopo, vide i rossoneri imporsi 4-2 ai rigori, dopo l’1-1 al 90′ che pareggiava l’1-1 di San Siro), sarebbe bello dire un giorno che le fortune dell’Inter di Moratti figlio, e di Mourinho nuovo Herrera, sono iniziate grazie a un colpo di buona sorte, il 4 novembre del 2009, quando all’ultimo minuto di Dinamo Kiev-Inter, sul risultato di 1-1 che eliminava i nerazzurri dalla Champions, l’arbitro francese Layec convalidò il gol del 2-1 di Sneijder viziato da un fuorigioco di Milito. Grazie a quel gol, che avrebbe dovuto essere annullato, l’Inter continuò il suo cammino europeo: che da balbettante si è fatto via via sempre più autorevole e sfrontato, audace al punto da regalare una serata da sogno come quella del 20 aprile 2010, semifinale d’andata di Champions League, Inter batte Barcellona 3-1, gol di Sneijder, Maicon e Milito a rimontare lo 0-1 di Pedro, dopo una partita bellissima, giocata all’attacco e vinta nettamente, meritatamente.

E però, se è vero che la fortuna – come dice il proverbio – aiuta gli audaci, una certa audacia, per l’appunto, è necessario mostrarla. Quell’audacia che mancava completamente all’Inter europea di Mancini, un’Inter che al primo impegno serio si faceva sbattere fuori da avversari modesti come Valencia o Villareal dopo prove senz’anima; quell’audacia che per un anno e mezzo nemmeno Mourinho era sembrato in grado di trasmettere alla squadra. L’eliminazione contro il Manchester di un anno fa – ma più ancora il paurosissimo match d’andata giocato a San Siro – e la doppia, deludentissima sfida col Barcellona nel girone eliminatorio di quest’anno, sembravano dire che da Mancini a Mourinho, l’Inter era rimasta la stessa insipida minestra: una squadra prepotente in campionato, ma abulica e spenta in Europa. Una delusione, insomma.

Invece, dopo il rocambolesco gol del 2-1 di Kiev, con l’Inter che dall’inferno restava aggrappata al paradiso, di colpo qualcosa è cambiato. E poiché si vive una volta sola, e le emozioni vanno provate fino in fondo, Mourinho ha rotto gli indugi e ha chiesto all’Inter di liberarsi dalle sue paure e di (provare a) diventare spavalda. Si è inventato un modulo all’apparenza scriteriato, con tre attaccanti fissi come Pandev, Milito ed Eto’o, e alle loro spalle un funambolo come Sneijder: e fra lo stupore dei più, e lo sbigottimento degli antipatizzanti, l’Inter che in Europa faticava con tutti, persino con Olympiakos e Anorthosis di Cipro, ha incominciato a vincere e non ha più smesso. Due vittorie col Chelsea di Ancelotti, due vittorie col Cska Mosca e adesso una vittoria col Barcellona (campione d’Europa e del mondo in carica) che vale mezzo biglietto per la finale del Bernabeu.

Ebbene: raggiungere la finale di Champions resistendo agli assalti del Barcellona al Camp Nou, nella semifinale di ritorno, non sarà facile. Detto questo, dopo la straordinaria sfida giocata e vinta contro i blaugrana, più convincente ed esaltante dei due successi sul Chelsea, va dato atto a Mourinho di aver centrato l’obbiettivo che Moratti gli aveva chiesto portandolo sulla panchina di Mancini: dare all’Inter una statura europea che nessuno, dopo Herrera, era più riuscito a darle. E anche se i nerazzurri, dopo il 3-1 a Messi e Guardiola, sono pericolosamente vicini ad accarezzare sogni di trionfo, è giusto dire che il tanto atteso salto di qualità – a livello internazionale – c’è già stato, e convincente, indipendentemente da quello che sarà l’esito finale della Champions 2009-2010.

Questa è finalmente una grande Inter: un’Inter che in Europa non si mostrava tanto bella da mezzo secolo. E insomma, una Champions si può vincere e si può perdere, ma una cosa è certa: i tifosi nerazzurri, con una squadra così, possono ricominciare a sognare. E a mettere nell’album dei ricordi ritagli di partite davvero degne di essere raccontate ai nipotini.

Alleluia alleluia! I tempi di Recoba e dei dvd rievocativi di Inter-Sampdoria 3-2 sono finiti!

Fonte: paoloziliani.it

La redazione di Calciomercatonews.com

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