Tiziano Crudeli: “Perchè il Milan prende Cardacio, Viudez e non Pastore o Kjaer?”

MILANO – A Genova, in uno stadio chiuso al pubblico per motivi di sicurezza, il Milan chiude il capitolo trasferte con la sesta sconfitta stagionale (8 in totale). Il disappunto per l’ennesima battuta d’arresto è bilanciato dalla soddisfazione di aver mantenuto definitivamente il terzo posto che consente ai rossoneri di approdare direttamente in Champions. C’è però l’amara constatazione di essere a 12 punti dalla capolista (79 a 67) e a 10 dalla Roma (77 a 67).
Un abisso difficilmente colmabile in tempi brevi se non si procederà ad una adeguata campagna di rafforzamento dei ranghi. La preoccupazione sul futuro nasce dagli evidenti limiti del presente. Le sconfitte e certe non vittorie con squadre abbordabili (Livorno, Atalanta, Bologna, Lazio, Catania) sono lì a testimoniare la poca consistenza dell’organico che ha ben 17 giocatori oltre i trentanni. Certo, gli infortuni hanno pesato ma anche allenatore, giocatori, preparatori atletici, medici, società non sono immuni da peccati. Il Milan alla 28esima giornata di campionato era a 1 punto dall’Inter (59 contro 58) e aveva un vantaggio sulla Roma di 5 lunghezze (58 contro 53). Nelle ultime 9 giornate la squadra di Leonardo ha ottenuto 9 punti (gli stessi ottenuti nei 7 turni iniziali del campionato) , 2 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte.
Gol segnati 10. Subiti:12. Il distacco dal vertice del campionato è stato causato principalmente dallo scarso rendimento nelle partite casalinghe dove il Milan, sia pure con una partita in meno, ha raccolto complessivamente 38 punti contro i 49 dell’Inter e i 46 della Roma. In trasferta il bilancio è più o meno uguale alle prime della classe (Inter 30, Roma 31, Milan 29).

I rossoneri però hanno disputato un match in più. C’è la diffusa sensazione che questo gruppo non abbia più nulla da dire. Deludono anche i giovani, quelli che avrebbero dovuto dare maggior sprint. Di sicuro le polemiche, le voci di mercato, il toto allenatore non hanno contribuito a creare serenità in un ambiente disorientato dalla marea di voci che si sono susseguite. Ora ci vuole linfa nuova, senza la quale è difficile ipotizzare un rilancio in grande stile. L’accesso alla Champions assicura una discreta sommetta, utile per potenziare la rosa. Non basta pensare di risolvere gran parte dei problemi affidando la guida tecnica a ex grandi giocatori che non hanno la bacchetta magica e non possono trasformare un ronzino in un magnifico puledro da Gran Premio. Per raggiungere tali ambiziosi traguardi ci vuole la materia prima: giocatori di qualità, in caso contrario in Champions e in campionato si recita da comprimari. Personalmente faccio fatica ad accettare un terzo posto distante anni luce dalle big. Non è piacevole constatare che fra noi e i parenti alla lontana, quelli che hanno vinto la Coppa Italia, c’è un divario enorme destinato ad aumentare nel tempo visto che loro hanno chi è disposto a cacciare molto denaro e noi, purtroppo, dobbiamo fare di necessità virtù.
Se poi i nostri dirigenti sbagliano clamorosamente gli acquisti siamo nella melma. Ci si chiede: perchè Cardacio, Viudez, Grimi, Mattioni e non Jovetic, Pastore, Kiaer? I giovani sono una scommessa? I Milito, Lucio, Miccoli e Di Natale, benchè non più di primo, pelo sono delle certezze che però fanno la differenza in altre squadre. Noi non abbiamo né gli uni e neppure gli altri.

fonte: tizianocrudeli.it

La Redazione di Calciomercatonews.com

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