Il Romanista – Inter, Materazzi “anti-Juve”: senza maglia chi parlerebbe di te?

ROMA – C’è in Italia una categoria di persone, in genere ritenute di una qualche rilevanza pubblica, che per occupare il centro della scena non hanno che un metodo: il principio della provocazione, della dichiarazione o del comportamento che assumono rilevanza solo perché diretti ad irridere, stuzzicare, a volte addirittura offendere, sempre in maniera gratuita, accompagnata da una buona dose di cattivo gusto.

Sia chiaro, possono vantare le attenuanti della dimenticanza e dell’oblio: se non dicessero o facessero qualcosa di sgradevole, sconveniente, maleducato, improprio nessuno si ricorderebbe più di loro; tanto è vero che si producono in tali atteggiamenti quando hanno già imboccato il sunset boulevard, o viale del tramonto se preferite. In genere, nella stragrande maggioranza dei casi, sono politici, i cosiddetti “onorevoli”. Un caso per tutti, da manuale, datato 2003: alla scomparsa dell’indimenticabile Alberto Sordi, nel coro infinito di messaggi di cordoglio e di ricordo di una personalità incommensurabile per il cinema e la cultura del paese, stridette la presa di posizione di tale Speroni della Lega, il quale si sentì di sottolineare che in realtà l’arte di Sordi esprimeva una comicità ed uno spirito provinciali, localistici addirittura. Per questo fu ripreso dallo stesso Bossi, pensate un po’. Ora, per chi ricorda quell’epoca sarà facile ricordare anche come il succitato Speroni già da qualche tempo avesse ceduto la scena ad altri “colonnelli” del Senatur.Quella sparata irrispettosa ed assurda nei contenuti gli servì quindi per tornare ad occupare agenzie e titoli dei telegiornali per un paio di giorni almeno. Il meccanismo è questo, a metà tra il bastian contrario e il rancoroso che deve sempre avere qualcuno da attaccare, un obiettivo su cui riversare la bile causata dal non riuscire ad essere, o non essere più, protagonista in proprio. Anche il calcio negli ultimi tempi ci sta proponendo, in merito a questo discorso, un caso da manuale: quello di Marco Materazzi o, meglio delle sue magliette offensivamente celebrative. Come a dire che i Milito segnano e i Materazzi indossano, gesticolano, sproloquiano (vedi offese a Mexes in diretta Rai al termine di Inter-Roma di Coppa Italia).

Scampoli di partita, ingressi a due minuti dalla fine, magari per far prendere i meritati applausi ai protagonisti veri, una maglia da titolare sempre più di rado. Chi parlerebbe di lui, se non indossasse t-shirt ora contro la Roma, ora contro la Juve?

Fonte: Il Romanista

La redazione di Calciomercatonews.com

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