Xavier Jacobelli: “Caro Calderoli, prima tagli 630 mila auto blu e poi parliamo di calcio”

MILANO – Puntuale come il campionato del mondo che si gioca ogni quattro anni, ecco la solita invasione di campo della politica che va nel pallone. Le dichiarazioni del ministro Calderoli sulla necessità che il calcio si dia una regolata in materia di ingaggi, trasferimenti di mercato, premi ai giocatori, farebbero ridere se non facessero piangere. Punto primo: la Casta incistata in questo Paese, l’unico del mondo occidentale dove non possiamo scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento, cominci a tagliare i suoi privilegi, le sue indennità da 20 mila euro al mese, i suoi seggi alla Camera e al Senato, nelle comunità montane e nei consigli comunali e circoscrizionali, le sue porcherie che ogni giorno arrivano sui giornali. Punto secondo: anzichè occuparsi di una materia che non conosce, come vedremo fra poco, il ministro per la semplificazione normativa potrebbe cominciare a tagliare le 630.000 (seicentotrentamila) auto blu che infestano l’Italia e costano 21 miliardi di euro l’anno, per scarrozzare l’esercito di fancazzisti che ci ritroviamo fra i piedi. Punto terzo: ma Calderoli lo sa o non lo sa che i premi mondiali vengono pagati dalla Fifa, la quale ha fissato in 8 milioni di euro la prebenda per chi partecipa alla fase a gironi e in 30 milioni di euro l’appannaggio della squadra che vince il titolo? Ma Calderoli lo sa o non lo sa che quindi non un euro grava sui contribuenti italiani? Punto quarto: ma Calderoli lo sa o non lo sa che nè il presidente della Federcalcio nè i membri del consiglio federale percepiscono un euro per la loro attività? Punto quinto: ma Calderoli lo sa o non lo sa che in ventidue anni di attività nel mondo della federcalcio, Abete non ha mai chiesto nemmeno il rimborso di una nota spese? Punto sesto: ma Calderoli lo sa o non lo sa che il bilancio della Federazione campione del mondo è in attivo, al contraro della schiacciante maggioranza dei carrozzoni di Stato? Punto settimo: perchè i politici, di ogni colore, anzichè fare demagogia strumentalizzando il calcio, non ci spiegano come mai in Parlamento non si decidano ad approvare il disegno di legge sugli stadi che consentirebbe finalmente ai privati di costruire imopianti moderni e funzionali, a costo zero per la comunità? Punto ottavo: perchè questi politici non ci dicono che è stato soprattutto per colpa loro se l’Italia ha perso la corsa a Euro 2016? Ecco, quando Calderoli e sodali si degneranno di rispondere chiaramente a queste domande, potranno anche parlare di calcio. E sorvoliamo sulla successiva sortita del ministro il quale ha attaccato Moratti, accusandolo di avere speso troppo sul mercato grazie ai soldi pubblici: “Io so che ci sono centinaia di milioni che ogni anno finiscono nelle casse di chi raffina il petrolio. Certamente, chi può contare su questi introiti ha meno difficoltà a fare la sua campagna acquisti e a vincere gli scudetti. Io credo che questo debba cambiare”. Ma è colpa di Moratti se fa il petroliere e se lo fa così bene da essere ricchissimo potendosi quindi permettere di spendere il proprio denaro come megli gli pare? Allora, seguendo il ragionamento di Calderoli, quando la Juve dominava al tempo dell’Avvocato, lo faceva grazie alle centinaia di miliardi di incentivi e di aiuti di Stato alla Fiat? Calderoli è di Bergamo. Per dirgliela in stretto orobico: ma va a fas benedì. Vada a farsi benedire.

fonte: club.quotidianonet.ilsole24ore.com

La Redazione di Calciomercatonews.com

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