Mondiali Sudafrica 2010, l’editoriale di De Calò

MILANO – Non c’è uno squadrone assemblato peggio della Francia. E, forse, in Sudafrica non c’è un tecnico capace di ottenere così poco dal molto a disposizione. Parliamo di Domenech, naturalmente. Fateci caso. Con Ancelotti, nel Chelsea, Malouda e Anelka sembrano due fenomeni; nel Bordeaux di Blanc, Gourcuff a tratti pare un piccolo Zidane; Sagna, Gallas e Diaby con Wenger nell’Arsenal sono super; Ribery fa la differenza nel Bayern di Van Gaal. Perché nella Francia non funzionano? Congiunzioni astrali? In questa Francia manca un’idea forte, una leadership in grado di mettere assieme i clan e i cani sciolti, i capricci di Ribery, che vuole la fascia sinistra (sbarrando il passo a Henry), piuttosto che di Gourcuff (chiede di fare il trequartista). Quattro anni fa, prima di Germania 2006 era la stessa cosa: solo il ritorno di Zidane aveva fatto decollare la Francia. Aspettando Laurent Blanc, qui in Sudafrica, i francesi per svoltare devono sperare in un’altra mano di Henry o in qualche tutore. Uno che sembra aver trovato tutori all’altezza è Diego Maradona. Heinze, attraverso il fratello, l’ha lanciato verso la panchina argentina. Veron, invece, è l’allenatore in campo, e il suo inviato speciale: spedito in camera di Messi a fargli da balia. Ieri, Veron e Heinze hanno messo la vittoria nelle mani del Dios. Corner dell’ex regista di Samp, Parma, Lazio e Inter, golazo di testa in tuffo del difensore del Marsiglia. I mondiali di Maradona erano finiti il 25 giugno del 1994, a Boston: al capolinea del 2-1 sulla Nigeria una ragazza bionda l’aveva preso per mano e portato al fatale esame antidoping. Forse per questo — contro i nigeriani — Diego si è presentato vestito in giacca e cravatta come se fosse il padre della sposa, intendendo per sposa la Seleccion argentina. I tutori, o padrini, l’hanno convinto a cambiare modulo (dal 4-4-2 al 3-4-3) e magari, strada facendo, il gioco comincerà a funzionare. Alla fine, se andrà male sarà lui il fallito. Ma se vincerà, nuovi coriandoli di tutti i colori ne renderanno eterno il mito.

Fonte: Gazzetta dello Sport

Redazione Calciomercatonews.com

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