Juventus Cannavaro: “difeso” Agnelli per calciopoli e “schernito” Delneri per Buffon…

JUVENTUS CANNAVARO CALCIOPOLI AGNELLI DELNERI BUFFON – Il primo Natale di Fabio Cannavaro lontano da Napoli ha avuto protagonisti e sapori di sempre: cambiato solo il clima perché a Dubai si sta in spiaggia. Le mozzarelle arrivano dal solito rinomato caseificio di Aversa, mentre mamma Gegè ai fornelli ha preparato tutti gli sfizi tipici della cucina napoletana, struffoli compresi. Tre generazioni di Cannavaro si sono riunite negli Emirati, insieme ad amici (Morgan De Sanctis e Cristiano Lucarelli): «Perché lo spirito della famiglia è sempre lo stesso» , assicura Fabio che da quasi 5 mesi si è trasferito in questo ricco corno d’Asia. Ancora convinto della scelta? «Sì. Ho scoperto un mondo nuovo, affascinante. Le tradizioni sono radicate e sentite. Penso al Ramadan, che visto da qui non è solo preghiera e privazione, ma un modo per stare insieme all’imbrunire. Per tenere unita la famiglia, da provare» . E calcisticamente? «Questo non è un circo, come qualcuno ha detto. Stanno organizzando un campionato sempre più competitivo, ma senza perdere di vista la crescita dei vivai. Infatti ogni club non può avere più di tre stranieri. Ci vorrà tempo, ma hanno idee chiare. La mia squadra, l’Al Alhi, va benino: O’Leary è un tecnico molto preparato. Spesso abbiamo sofferto perché diversi nostri atleti fanno parte della rappresentativa degli Emirati e tornano stanchi dagli impegni internazionali. Del resto io ne so qualcosa di Nazionale» . Le manca? «Sì, molto. Perché tutta la mia carriera è stata scandita dall’azzurro. Sono arrivato a 79 partite da capitano: chissà se qualcuno un giorno passerà quel limite. Dalle giovanili sino a Berlino, al Sudafrica ho vissuto emozioni grandissime. Con la grande delusione dell’Europeo perso nel 2000, ma con l’immensa gioia di aver alzato la Coppa del Mondo» . Poi in Sudafrica solo lacrime. «Mi dispiace che qualcuno abbia goduto di più per quell’eliminazione che per la vittoria in Germania. Ma sapevamo che era impensabile rivincere il titolo. Ora è logico si paghi la fine di un ciclo. Per Prandelli non sarà facile: l’ho chiamato per augurargli “in bocca al lupo”. Mi pare che i presupposti di un gruppo unito ci siano» . Ha sentito Lippi? «Sì, più volte. Così come il direttore Valentini e Gigi Riva» . La telefonata più curiosa da Coverciano. «Quella di Chiellini e Quagliarella quasi intimoriti di entrare in quella camera 202 che ho occupato per 15 anni. La prima volta me l’assegnarono con l’Under 21» . A proposito di altri azzurri: Gigi Buffon fatica a rientrare e Delneri per un paio di volte è stato duro con lui. «Mi viene da ridere a leggere certe dichiarazioni. Gigi sta bene, presto rientra: lui ha il numero 1 stampato sulla pelle e non ha bisogno di dimostrare niente. Mi piace pensare che l’allenatore l’abbia fatto per stimolare Storari» . Del Piero e Ferrara non se le sono mandate a dire sul recente passato. Era la sua Juve. «Fare l’allenatore con un gruppo di giocatori esperti come lo eravamo noi in bianconero non è stato semplice nemmeno per Ciro. Nelle loro discussioni non voglio entrare, ma forse sarebbe stato meglio chiarirsi a quattr’occhi» . La politica societaria Juve è cambiata: da John Elkann che ha accettato le responsabilità di Calciopoli, ad Andrea Agnelli che non nasconde di rimpiangere quei tempi, difendendo anche Moggi. «E fa bene. Perché quella squadra era la più forte sul campo» . Ma le sembra normale acquistare delle schede telefoniche per poter parlare privatamente con gli arbitri? «No, non lo è. Ma più o meno tutti avevano relazioni non proprio trasparenti. Bisogna fissare regole certe e lasciare gli arbitri sereni e tranquilli» . Che effetto le ha fatto scoprire da un’inchiesta giudiziaria che Parma e Verona erano di Tanzi e per questo il Napoli nel 2001 finì in B? «Brutto effetto. In Italia abbiamo le regole di Pulcinella. Che nessuno rispetta. Se non ci diamo una svegliata tutti…» . Il suo pensiero sembra andare oltre. «Penso alla tanto pubblicizzata “monnezza”di Napoli. Io che vivo a Dubai sono arrivato al limite della sopportazione. Penso, però, sia arrivato il momento di svegliarci come napoletani, fare ognuno qualcosa senza aspettare solo le scelte della politica. Sulla differenziata bisogna partire dai nuclei familiari. Non è possibile che con il Golfo più bello, Napoli non abbia un porto moderno, sia senza un palasport e con uno stadio che cade a pezzi dove vengono ristrutturati solo gli spogliatoi perché ci entrano le telecamere» . Da Napoli al Napoli? «Gruppo eccellente. Si vede l’ottima mano di Mazzarri. Se continua così in Champions può andare. E se poi arrivasse qualcosa in più… da tifosi andremo a piedi al Santuario della Madonna di Pompei» . De Laurentiis dice che Paolo è vicino al rinnovo. «Paolo è cresciuto tantissimo. Non è più il… fratello di Fabio. Lui ha creduto nel progetto quando si era in B. Non ha avuto i premi per i risultati delle ultime stagioni ed è rimasto in silenzio. Ora deve dimostrare di crederci anche la società. Perché non si può fare leva solo sullo smisurato amore per la maglia della nostra città» . Che succede all’Inter? «Benitez è bravo, ma poteva aspettare qualche giorno per parlare. Come clima in casa nerazzurra sembra essere tornati 5 anni indietro. In bocca al lupo a Leonardo» . E il ciclone Mourinho al Real? «Lui lo conosciamo. Ma anche la potenza mediatica a Madrid è una realtà incredibile che ha macinato tanti allenatori. Sono curioso di vedere cosa succederà» . Intanto arriva il Milan a Dubai. «Con Ibra è in pole per lo scudetto. Sarò felice di rivedere amici con cui ho condiviso momenti indimenticabili, come Nesta, Pirlo e Gattuso» . Ci sarà anche Cassano. «Gli auguro di esprimere in rossonero il suo talento con continuità. Per raggiungere quei risultati che finora gli sono mancati» . Si accenderanno di nuovo i riflettori anche su di lei. «Ma sinceramente sto bene a fari spenti. Smaltisco lo stress di tanti anni. Qui posso uscire anche tutte le sere e andare in discoteca. Perché se non bevi e non fumi, come me, non è un problema tirar tardi la sera. Purtroppo da noi si vive un clima esasperato. Questa dimensione mi piace» .

Fonte: Gazzetta dello Sport

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