Juventus-Catania, probabili formazioni: un gran ritorno dopo 7 mesi!

JUVENTUS-CATANIA PROBABILI FORMAZIONI BUFFON – La serenità di Gianluigi Buffon è un sorriso lungo un allenamento: scherza con Krasic quando entra in campo, abbraccia giocosamente Salihamidzic all’uscita. Non è un giorno qualsiasi, per il portiere della Juve. E’ la previgilia del ritorno dopo sette mesi di oblìo, di piscina e sedute fisioterapiche, di prese morbide e acrobazie centellinate per ritrovare reattività e riflessi.

RITORNO -Domani Gigi rivedrà l’Olimpico dalla prospettiva che più ama: una curva alle spalle e l’altra laggiù in fondo, in mezzo compagni da proteggere e avversari da ipnotizzare. Basta tribuna, basta rimpianti, basta applausi regalati e non ricevuti. L’ultima partita in maglia bianconera risale al 15 maggio 2010, un tempo in casa del Milan al tramonto d’un campionato sciagurato. Poi il Mondiale finito troppo presto e la scelta di di fermarsi per scacciarsi la sofferenza. Fino a questo allenamento dal sapore speciale, che prelude al ritornoimmaginato mille volte nei giorni interminabili della riabilitazione: Juve- Catania, Coppa Italia, ritmi tenui e fascino intaccato, peròvuoi mettere l’ebbrezza di volare all’incrocio, di uscire oltre area, d’accartocciarsi a terra? Gigi scalpita e se controlla l’emozione è solo perché ha dentro una freddezza innata: la stessa che gli ha permesso d’impadronirsi ragazzino d’un ruolo che è follia ma anche esperienza, che l’ha portato a essere eletto il migliore di tutti, che gli ha incollato il soprannome di Superman.

ATTESA -Gigi è un divo, ma resta un ragazzo semplice. Così al tifoso che oltre il finestrino dell’auto augura a squarciagola un grande ritorno, risponde:« Ritorno… se grande, vedremo». Ma è uno scudo contro le iperboli che in fondo non gli sono mai piaciute, perché nei giorni del lavoro duro e solitario sul campo, cominciato ai primi di dicembre, quando ha avuto percezione definitiva della forma riconquistata, s’è “contraddetto”: «Mai avuto dubbi, né paura: tornerò quello di prima ». E a seguire persino una divagazione narcisista:« Con quello che vedo in giro, posso giocare fino a 45 anni ».

ORGOGLIO -Una provocazione, più che una promessa. Dettata anche dall’orgoglio di un campione finito in un gorgo di illazioni. Dicono fosse in rotta con la Juve per non essere mai andato a Vinovo a visitare i compagni, trovando invece tempo per i blitz nel ritiro azzurro o allo stadio di Carrara, dov’è dirigente; dicono fosse suo malgrado al centro di un querelle di mercato, complice l’ingaggio troppo alto per i nuovi tetti societari; dicono fosse stato sul punto di traslocare a Manchester e che l’ultima parola su una cessione – a giugno – non è detta. Lui nega, se ha accusato malumori li ha sconfitti: alla Juve vuole bene e non ha bisogno di ricordarlo e a Vinovo è tornato quando era pronto per allenarsi, bersagliato dal cannone spara- palloni, torchiato dal preparatore Luison e dal trainer dei portieri Filippi. Forse è rimasto male quando Del Neri ha dichiarato urbi et orbi che avrebbe dovuto dimostrare di meritare il posto fisso, ma il tecnico ha chiarito che pensava alla forma, non discuteva la qualità, e che intendeva solo rimarcare un gruppo tanto forte da oscurare persino i fuoriclasse. Gigi ha capito. E ha continuato a lavorare. S’è unito a Storari, a Manninger e al cucciolo Costantino. E ha sorriso più del solito quando Del Neri ha annunciato il ritorno: domani, contro il Catania, in unapartita lieve solo in apparenza.

Fonte: Corriere dello Sport

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