Milan-Napoli, Cassano: “Cavani come Protti, Ibra di un altro pianeta e Pato da Pallone d’Oro”

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Buongiorno Cassano, ma questo Napoli vi mette pressione?

«Pressione a chi? A noi, qua al Milan, la pressione la controlla solo il dottore!».

Sì, ma anche Napoli e Inter vogliono vincere questo scudetto.

«A me non interessa cosa vogliono fare gli altri. Non temo nessuno. Questo Milan non ha paura, non deve averla. E’ la squadra più forte, non ci sono dubbi».

Mazzarri come imposterà la sfida di San Siro?

«Datemi retta, io lo conosco come le mie tasche. Verrà qui per vincere, statene sicuri. Non a caso, in Spagna, ha lasciato fuori Cavani per un tempo».

E come farà? In che modo tenterà di farlo?

«Sfrutterà le fasce, punterà molto sulle ripartenze».

Cassano e Mazzarri, che storia è stata?

«A livello tattico è un fenomeno. Ho avuto tantissimi allenatori, ma nessuno prepara le partite come lui, è sempre sul pezzo. Conosce e studia tutte le contromosse. Quando è andato via dalla Samp, ci sono state delle problematiche di cui non voglio parlare».

Ma Mazzarri ci crede davvero?

«Certo, lui pensa davvero di poter vincere lo scudetto, lo si capisce dalle sue scelte. Tenterà di vincere, ma non sa che noi siamo più forti… Credo in una sola cosa: Mazzarri dice che le prossime dodici partite saranno altrettante finali e le sta preparando in questo modo».

Ibrahimovic- Cavani, chi incide di più? Chi è il più forte?

«Non scherziamo, ma che domanda è? Cavani è un buon giocatore, ma mi ricorda Protti a Bari (stagione 1995-96, 24 gol; ndi). Deve avere più continuità di rendimento. Ibrahimovic è di un’altra categoria».

Ok, Ibra è un super-campione. Ma dove lo mette Cassano nella sua classifica personale?

«Eccola: il più forte in assoluto con il quale ho giocato è stato Ronaldo. Seguono nell’ordine Zidane, poi Ibra e Totti insieme ».

Milan-Napoli deciderà lo scudetto?

«Il destino è nelle nostre mani, se facciamo le cose come le stiamo facendo in questo momento lo scudetto non ci può sfuggire, l’ho detto già un mese fa».

E’ più forte il Milan del campionato o quello della Champions?

«E’ più forte il Milan del campionato. Il nuovo allenatore e i nuovi giocatori stanno facendo bene».

Quindi, quest’anno addio Champions?

«No, non è detto. Però nella prossima stagione ci sarò anch’io, un’arma in più per combattere gli avversari».

Cosa le piace di più di questo Milan?

«Il gruppo: durante gli allenamenti si va tutti a mille. Quando si discute, poi si dimentica tutto e si va avanti».

Cosa non le piace del Milan?

«Più che altro di Milano. E’ sempre un gran casino. Per andare al ristorante e fare cento metri devo usare sempre il navigatore!».

Ma ha capito, finalmente, cos’è l’ecopass?

«Sì, la zona dove posso andare con le macchine nuove».

Rischia di esserci Pato e non Cassano lunedì sera in campo a San Siro. Sarebbe un problema per lei?

« Pato è il più forte di tutti, gliel’ho detto. Solo uno è più grande di lui, Messi. I due insieme sarebbero complementari, eccezionali da vedere nella stessa squadra».

Pato ha scoperto un amico in più: Cassano.

«Certo. Ha voluto la dedica sulla mia maglia. Oltre che scrivergli che gli voglio bene gli ho ricordato che è il giocatore più forte in assoluto. E’ la verità».

E se gioca lui?

« Non gioco io, è chiaro. Ma io sono contento di me, non c’è problema. Io sono tranquillo e sereno, se l’allenatore mi farà giocare, darò il 110 per cento. Se gioca Pato, gli faccio da tutor».

Pato meglio di Cassano?

«E’ diverso da me. In apparenza è introverso, ma in realtà è molto equilibrato, un grande lavoratore. Io alla sua età ero esattamente l’opposto».

Che differenze ci sono fra voi?

«Io ho trovato il canale giusto, ho trovato subito la sintonia con Ibrahimovic. E’ questione di pelle, io e Zlatan siamo due pazzi scatenati, ci assomigliamo. Pato è più ragazzino, più timido».

E’ solo una questione di carattere?

« No, penso sia anche una diversa concezione tecnico- tattica. A me piace far segnare gli attaccanti, Pato è più un finalizzatore, io cerco il compagno».

Il « papero » è anche un po’ troppo permaloso…

«Per certe reazioni di Ibra? Ma Zlatan è così, lo fa con tutti. Anche io alla Samp ero così, me la prendevo sempre con i miei compagni».

Pato cosa deve fare in quei casi?

« Deve stare solo tranquillo. Ibra è andato a festeggiarlo anche domenica dopo il gol contro il Chievo. Lo protegge » .

Scusi, ma cosa ha detto a Gattuso dopo la rissa con Joe Jordan?

«A fine gara gli ho stretto la mano per la grande partita che ha disputato contro il Tottenham».

Ma non doveva essere Rino il tutore di Cassano?

«Ma dopo i danni che ho fatto come posso dirgli qualcosa? Anche se, effettivamente, a questo punto sono io a doverlo chiudere. Non in uno stanzino, ma direttamente in…manicomio!».

Come si può spiegare la sua reazione?

«In partite come quella contro il Tottenham, così carica di tensione, è facile farsi prendere dal momento. Non è detto che certe cose debbano per forza accadere, ma può succedere».

Cassano al Milan, cosa è cambiato nella sua carriera?

«Molto, quasi tutto anche nella mia vita. Dovevo rimettermi in gioco, se rimanevo in una squadra normale, potevo fare quello che volevo. Non potevo rifiutare il Milan».

E la Sampdoria?

«A Genova mi hanno voluto molto bene: la Samp mi rimarrà sempre nel cuore, anche quella è stata una svolta nella mia carriera e nella mia vita».

Però è finita male.

«A distanza di quattro mesi, pagherei di tasca mia per non rifare l’errore con Garrone, la persona che mi ha dato più affetto nel calcio. No, non meritava quello che ho fatto».

Cosa è successo di preciso? Tutt’e due avete rimandato la verità ai posteri, fra dieci anni.

«Nulla di particolare, non c’è da dire nulla. Se non che Garrone è una persona che mi ha tanto amato e io l’ho deluso. Pagherei chissà cosa per tornare indietro e non rifare più quello che ho fatto ».

La morale di tutto questo?

«Sotto la pianta sbagliata, è nata quella giusta. E’ successa una cosa meravigliosa ».

Come sta la pianta giusta? E’ in forma?

«Tre chili li ho persi. Ce la sto mettendo tutta, pur fra alti e bassi per quello che è il rendimento».

Qualche rimpianto?

«Sì, uno. Per dodici anni non ho mai fatto un c…, non mi sono mai allenato seriamente come avrei dovuto. Se avessi fatto diversamente avrei reso come minimo il 30-40 per cento in più. Ho sempre fatto troppa fatica a trovare la cultura del lavoro».

E’ ancora in tempo per vincere il «Pallone d’Oro»?

«No, come faccio?».

Perchè no?

« Per i prossimi sei- sette anni se lo contenderanno Messi e Cristiano Ronaldo. I più forti sono loro due».

Il più bel regalo da fare al presidente Berlusconi?

«Un gol nel derby».

Fonte: Corriere dello Sport

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