Calcioscommesse, la difesa di Conte attacca: Carobbio non è Dio!

CALCIOSCOMMESSE DIFESA CONTE CAROBBIO – Un pomeriggio davvero incandescente per il processo sportivo per il Calcioscommesse in corso a Roma. Ieri è toccato al secondo grado e con precisione ai ricorsi di Antonio Conte, lo staff del tecnico ex Siena e di tanti altri tesserati. Nell’arringa della difesa, portata avanti dall’avvocato Bongiorno, dall’avvocato De Rensis e dall’avvocato Chiappero, i tre legali chiamati a difendere il tecnico bianconero, hanno cercato di far notare all’accusa (il procuratore capo Stefano Palazzi), la poca credibilità di Carobbio, primo giocatore a raccontare quanto sapesse sulla vicenda. Forte la definizione dell’avvocato Bongiorno che, a Palazzi, ha fatto notare come il “pentito” Filippo Carobbio “non sia Dio” e dunque non pienamente attendibile. Proprio secondo i legali di Conte, il giocatore, a causa del rischio di incarcerazione per la violazione dell’articolo 416 del codice penale , associazione a delinquere e con l’aggravante della transnazionalità, starebbe provando, tirando in ballo lo spogliatoio del Siena a far derubricare il suo illecito a frode sportiva. Una posizione che dunque tirerebbe in mezzo anche Antonio Conte, sempre secondo i legali, non partecipe all’organizzazione dell’illecito sportivo nelle sfide del Siena con Albinoleffe e Novara. Dal canto suo, il procuratore Palazzi, continua a ritenere Carobbio “attendibilissimo”, chiedendo dunque di confermare le condanne già emesse in primo grado. Mercoledì, giovedì massimo le nuove sentenze per il secondo grado.

Mauro Piro – www.calciomercatonews.com

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