Serie A, terzo extracomunitario? Tommasi sbotta: Non ne vedo l’utilità

SERIE A EXTRACOMUNITARIO TOMMASI – La Lega di serie A ha proposto l’aumento da due a tre extracomunitari per i club italiani. Giancarlo Abete, presidente della FIGC, chiede tempo in attesa di discuterne con calma. “Non vediamo l’utilità del terzo extracomunitario” mugugna Damiano Tommasi. “Acquistare giocatori sul mercato italiano vuol dire mantenere risorse nel sistema interno e assicurare linfa vitale alla Serie B e alla Lega Pro che, un tempo, davano parecchi giocatori alla categoria maggiore e ora invece…”. L’ex centrocampista della Roma ha le sue ragioni: “Non siamo l’associazione dei calciatori italiani ma di quelli che giocano in Italia e abbiamo a cuore il calcio italiano, che dai vivai si ramifica fino alla Nazionale. Venti extracomunitari in più non cambierebbero né la qualità né la sostenibilità economica delle società, ma darebbero un segnale negativo. Siamo già diventati un Paese che valorizza i giovani presi da federazioni estere e poi li rivende ai club più ricchi. La Lega di A vorrebbe farci credere che con gli extra Ue si aumenta la competitività del campionato? La stagione 2011-12, quella del ritorno al secondo extracomunitario, è stata una delle peggiori sul fronte europeo”.

In questo modo, sarà ancora più difficile vedere giovani italiani lanciati in serie A: “Il terzo extra Ue sarebbe in linea con le politiche degli ultimi anni che hanno impoverito il sistema nazionale. Scelte per cui uno come Insigne fatica a trovare spazio in prima squadra. Sarebbe più serio occuparsi dell’utilizzo dei giovani tra i 18 e i 22-23 anni. I pari età spagnoli e tedeschi accumulano molta più esperienza dei nostri, e si vede nelle coppe”.

Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com

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