Calciomercato Juventus, che rammarico per Boniperti: stavo per comprare…

Heysel Commemorative Ceremony
BONIPERTI JUVENTUS- Intervistato da quotidiano spagnolo AS, Giampiero Boniperti ha raccontato la sua vita in bianconero: “Alla Juve ci arrivai nel 1946. Decisiva fu un’amichevole contro il Fossano: vincemmo 7-0. Indovina quanti gol feci? Sette. Quando arrivai alla Juve trovai tantissimi campioni, da Rava a Locatelli, passando per Parola. C’erano tanti campioni del mondo e stranieri come Hansen, Martino o Praest. Peccato che negli anni ’50, quando si cominciò a giocare in Europa, la squadra più forte era il Real Madrid. Conoscevo Bernabeu, era un uomo alto, bello. Era un grande personaggio che è diventato molto grande a Madrid. Di Stefano era un genio, mi piaceva tantissimo il suo modo di porsi e il suo stile di gioco. C’erano però anche Puskas, Charles, Sivori, Maradona. Di Puskas ricordo che aveva un piede sinistro fatato. Charles era la persona più bella del mondo, il più forte. Era anche una persona buona, straordinaria. Gianni Agnelli? Era un ragazzo fantastico. Quando sono diventato presidente, ho guardavo le partite sul suo elicottero. Fenomenale! Il fratello Umberto? Una persona molto intelligente e preparata. Gli Agnelli sono una famiglia di brave persone. Con me, l’Avvocato e Umberto, la Juve ha vinto 14 scudetti, Non pochi. Oltre a Pelè, stavo per portare anche Maradona alla Juventus! Ero andato in Argentina per chiudere il trasferimento ma il presidente Grondona mi odiava e così fece saltare il passaggio. Alla fine lo diedero al Barcellona. Anche a Gigi Riva ho sempre detto: “Che occasione che hai perso quando non hai accettato la Juventus”. Purtroppo lui era innamorato della Sardegna e di Cagliari e non sono riuscito a portarlo via da lì. Gli offrii un miliardo di lire, una cifra folle per quei tempi. Comunque sono riuscito a portare alla Juve gente come Del Piero, Platini, Bettega, Zoff, Laudrup. Li ho pagati benissimo, nessuno si è mai lamentato. Io vicino al Real Madrid? Sì, qualcuno mi cerò, in effetti. Però tutti conoscevano il mio amore verso la Juve. Chiusi la carriera a 33 anni, giocai l’ultimo match contro l’Inter: finì 7-1. Solo mia moglie sapeva che quella sarebbe stata l’ultima gara, non lo dissi neanche all’Avvocato per non farlo infuriare”.

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