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Calciomercato Milan, Bronzetti crede in Honda e Kakà: ‘Giocatori e uomini eccezionali’


MILAN KAKA’ HONDA BRONZETTI- Intervistato da MilanNews.it, l’operatore di mercato del Milan Ernesto Bronzetti, ha parlato delle trattative per Ricardo Kakà e Keisuke Honda.

Vorrei iniziare da Kakà e dal traguardo dei 100 gol, è giusto che un giocatore come lui entri ancora di più nella storia del Milan. E’ una rivincita su chi lo dava per finito…
“Indubbiamente. Come milanista non credo molto ai cavalli di ritorno, visto che quello di Sheva è andato male, ma su Kakà mi sono meravigliato anche io. E’ un uomo immenso e un professionista esemplare, lui ha il Milan cucito dentro. E’ uno dei veri casi in cui un giocatore ama la propria maglia, in tanti la baciano dopo un’esultanza ma Kakà ha il rosso e nero sulla pelle. Anche perché un giocatore come lui che si dimezza del 50% lo stipendio per tornare al Milan, non lo avrebbe mai fatto con nessun altro club al mondo tranne che con il Milan”.

Si potrebbe dire che il ritorno di Kakà a parametro zero sia stata l’operazione perfetta?
“Kakà è l’unico giocatore al mondo che ha fatto piangere Galliani quando stava andando via, Adriano non voleva quasi sottoscrivere il contratto di cessione al Real, ha tentennato fino alla fine. Ricordo che Florentino Perez disse: “Ti vedo provato”, e lui rispose che in quel momento erano lacrime da tifoso e non da amministratore delegato del Milan”.

A Milano è già Honda-mania, si aspettava tutto questo entusiasmo?

“No, sinceramente no. Perché ho visto l’entusiasmo per Dinho o Ronaldo ma questo ha superato ogni limite. Quello che ho visto all’aeroporto di Malpensa è qualcosa di sconvolgente, c’è molto Giappone dentro, anzi meglio dire molto dell’Oriente. C’erano giornalisti da tutte le parti del mondo essendo una stella in Giappone”.

E’ stata un’operazione così difficile?
“Il Milan, così come il Real Madrid, sono club importanti e riconosciuti in tutto il mondo. Un distintivo che conta, una certezza, una delle società più conosciute. Venti anni fa, quando Honda era un bambino, vedeva il Milan giocare le finali a Tokyo, tutto questo ha contribuito a prenderlo. Berlusconi ha fatto diventare il Milan una società potente e ambita. Il sogno di Honda non era venire in Italia ma venire al Milan”.

Peccato che non possa giocare in Champions…
“Peccato, Galliani ci ha provato in mille maniere però non avendo loro bisogno di soldi non hanno ceduto. Però hanno fatto male i conti perché credevano di approdare agli ottavi di Champions e avere i soldi del passaggio del turno, invece non gli è riuscito”.

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