La Spagna contro Pirlo: ‘Doping? E il Milan di Atene?’

Juventus v FC Copenhagen - UEFA Champions League

PIRLO SPAGNA DOPING – L’uscita in inglese dell’autobiografia di Andrea Pirlo fa rumore. Il centrocampista della Juventus ha fatto clamore per le accuse rivolte al Deportivo La Coruña che nel 2003-04 eliminò il Milan dalla Champions dopo aver perso per 4-1 nella gara di andata dei quarti a San Siro.

Le probabilità che non riuscissimo a passare il turno erano pari a quelle di vedere, prima o poi, Gattuso laureato in lettere. – ha scritto il centrocampista nella sua autobiografia in riferimento alla gara del Riazor – Già pensavamo alla semifinale, come se ce l’avessero cucita addosso prima di salire sull’aereo per la Galizia. Una passeggiata confezionata su misura per noi”.

“Non avevamo considerato un paio di altre possibilità: – ha proseguito Pirlo – che il sarto impazzisse ma soprattutto che i giocatori della nostra squadra fossero colpiti da una grave amnesia, tutti insieme nello stesso momento. E’ accaduto l’impensabile, ci siamo dimenticati di giocare, è finita quattro a zero per gli altri. Ci hanno ridicolizzati”.

Ci siamo fatti male da soli, e questa è la premessa necessaria, però ripensandoci a qualche anno di distanza c’è qualcosa che non mi torna. I nostri avversari andavano a mille all’ora, compresi giocatori un po’ in là con l’età, – ha attaccato l’allora rossonero – che non avevano mai fatto della velocità abbinata alla resistenza fisica il loro punto di forza. La scena che più mi ha colpito è stata vederli correre, tutti, nessuno escluso, anche nell’intervallo”.

“Quando l’arbitro Maier ha fischiato la fine del primo tempo, – ha scritto ancora Pirlo – sono schizzati nello spogliatoio, l’andatura era quella di Usain Bolt. Non riuscivano a fermarsi nemmeno in quel quarto d’ora di riposo tecnico, inventato apposta per tirare il fiato, quantomeno per camminare. Fulmini imprendibili, schegge impazzite”.

“Non sono in possesso di prove, per cui la mia non è un’accusa, – ha continuato Pirlo in quel passo del suo libro – mai mi permetterei di formularla. Semplicemente è un pensiero cattivo che mi sono concesso, però per la prima e unica volta nella vita mi è venuto il dubbio che qualcuno sul mio stesso campo potesse essersi dopato”.

“Forse è solo la rabbia di un momento non ancora riassorbita. – ha concluso l’ex rossonero – I calciatori del Deportivo erano assatanati, galoppavano verso un traguardo che solo loro intuivano (ciechi noi, che infatti siamo stati brutalizzati). In semifinale hanno incontrato il Porto e sono stati eliminati, nel giro di qualche tempo sono spariti da tutte le competizioni che contano”.

Dure le risposte al centrocampista bianconero:  “Trovo queste parole disdicevoli per un giocatore della sua classe. – ha affermato Fran, capitano di quel Deportivo, ai microfoni di ‘Marca’ – Se cominciamo a dubitare di ogni goaleada allora che dovremmo dire del Milan che schiacciò il Barcellona ad Atene vincendo 4-0? Non voglio perdere altro tempo con queste assurdità”.

Ironico Walter Pandiani, autore del primo goal al Riazor: “Dice queste cose 10 anni dopo. Perché non organizziamo una nuova partita con i giocatori di allora e vediamo chi è il più forte?”. Più duro Victor: “Il Deportivo La Coruña, con i suoi tifosi, il club e i giocatori, si aspetta delle scuse da Pirlo per quanto scritto nel suo libro”.

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Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com

 

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