Lorenzo Tonelli ha parlato in conferenza stampa per fare chiarezza su quanto avvenuto nel post partita di Atalanta-Empoli, raccontando i momenti successivi al fischio finale dell’arbitro: “Durante una partita che vale come uno scontro salvezza ci sta che ci siano provocazioni da entrambe le parti e che gli scontri siano più duri, ma quando finisce la gara tutto deve terminare. Al fischio dell’arbitro sono andato a salutare i tifosi e stringere la mano agli arbitri. Non è vero che ho aspettato Denis nel tunnel e tanto meno che l’ho minacciato di morte davanti a suo figlio. Le parole che mi sono state addossate non sono vere. Quando ero negli spogliatoi Denis mi ha chiamato come se volesse parlare con me e poi mi ha dato un pugno in faccia. Ho provato ad andare verso di lui ma Cigarini mi ha tenuto e Denis mi ha dato due pugni in testa. Successivamente mi ha fermato un dirigente dell’Atalanta, le luci si sono spente e Denis è scappato. Cigarini mi ha telefonato poi quando ero sul pullman dicendomi che lui non c’entrava niente. Gli avrei voluto chiedere come fa una persona che non c’entra a trattenermi. E’ stato un agguato premeditato, uno mi teneva e l’altro menava. La squalifica? Io non ho assolutamente detto quelle frasi. Marino mi ha dato del criminale? Per questo sono qui. Se l’Atalanta avesse chiesto scusa non avrei detto nulla”.
C.G. – www.calciomercatonews.com
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