Pesante tegola per l’Atalanta e per José Luis Palomino, trovato positivo al Clostebol: cosa rischia il giocatore
Il futuro di José Luis Palomino si è complicato improvvisamente. Sull’Atalanta e sul difensore argentino si è abbattuta una pesante tegola. Infatti il centrale della ‘Dea’ è stato trovato positivo al Clostebol, un anabolizzante che porta alla squalifica per antidoping.
Adesso il difensore dovrà cercare di difendersi dall’accusa dimostrando che l’assunzione non sarebbe stata volontaria. Ai microfoni di TV Play di Calciomercato.it l’arbitro del Tribunale Arbitrale Internazionale dello Sport ed ex membro del Tribunale Nazionale Amministrativo Antidoping del Coni, Luca Fiormonte, ha spiegato la situazione affermando:
“Il Clostebol è un’anabolizzante conosciuto da anni, in 12 anni ha fatto qualcosa come 1200 casi. La normativa antidoping è molto dura e che si applica sia qui che all’estero. l’organizzazione mondiale antidoping, fa riferimento all’articolo 2, ovvero che un atleta deve accertarsi del contenuto dei farmaci che assume, ha l’obbligo di controllare nel bugiardino che sostanze sta assumendo”.
La situazione legata alla possibile squalifica di José Luis Palomino per l’assunzione di Clostebol è molto complicata. A cercare di spiegare come il difensore potrà difendersi dall’accusa, ma anche la possibile squalifica, è Luca Fiormonte che afferma:
“Ora il giocatore dovrà dimostrare la non intenzione di assumere la sostanza, di non aver assunto intenzionalmente la sostanza. Come funziona la ricerca delle sostanze? Ci sono sostanze che si possono cercare in competizione, fuori competizione e in entrambe le circostanze, dopo 12 ore dalla competizione alcune sostanze non sono più ricercabili, in questo caso il Clostebol è ricercabile in entrambe le circostanze così come altre sostanze. Nel caso specifico la prova della colpa è la positività al test antidoping, poi il giocatore può chiedere le controprove. Per Clostebol nove anni fa squalificammo un ragazzo che era stato in bicicletta in Messico, disse che la carne era contaminata, cosa risaputa ma non avrebbe dovuto assumere la carne. Il caso più eclatante fu quello di Contador, che disse di aver mangiato la carne contaminata di un paesino spagnolo. E’ difficile dimostrare la non intenzionalità, ma non impossibile. Rischia un anno Palomino? No rischia un massimo di 4 anni, poi può esserci anche il patteggiamento”.
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