“Juve, penalizzazione minima”: svelato il retroscena del ricorso

Sperava in un esito diverso, alla fine però è arrivata un’altra batosta. La Juventus aveva una strategia per limitare la sconfitta

La tegola è arrivata poco dopo le 20, i bianconeri dovevano ancora scendere in campo contro l’Empoli, avrebbero poi perso 4-1, quando il collegio presieduto da Ida Raiola ha emesso la propria decisione. Juventus penalizzata di 10 punti, score che scende da 69 a 59 punti, con la Vecchia Signora retrocessa dal secondo al settimo posto.

La Juventus puntava ad uno sconto sulla penalizzazione
Massimiliano Allegri in uno dei rari sorrisi di stagione (LaPresse) – calciomercatonews.com

La pena è certamente pesante, ma osservando la classifica, se Bonucci&Co avessero vinto le tre gare che le rimanevano (Empoli e Udinese in trasferta, il Milan in casa domenica 28 maggio), probabilmente si sarebbe qualificata alla prossima Champions.

La Corte d’Appello Federale, consapevole, forse, che per la Continassa il peggio potesse ancora arrivare, leggi sentenza sul filone stipendi, in realtà aveva lasciato uno spiraglio alla squadra di Allegri.

Un’ opzione naufragata al Castellani sotto i colpi di Caputo, Luperto e Piccoli.

L’esito del processo “ter” sulle plusvalenze poteva essere anche più pesante per la Juventus. In primo luogo, ricordando come il procuratore federale Giuseppe Chinè, durante il dibattimento avesse chiesto 11 punti; in secondo, con il proscioglimento dei sette dirigenti senza deleghe, la Corte d’Appello Federale avrebbe potuto calcare maggiormente la mano.

Penalizzazione: la Juve puntava allo sconto

Si partiva da -15, fermo restando che la modulazione della sentenza resta competenza esclusiva degli organi di giustizia federale. Se i punti fossero stati 12, non si sarebbe potuto gridare allo scandalo.

La Juventus aveva un piano B nel processo plusvalenze
Pavel Nedved, prosciolto nel processo plusvalenze (LaPresse) – calciomercatonews.com

Entrando nel cuore del processo, i legali della Juventus, aspettandosi il proscioglimento dei sette dirigenti deferiti – Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano – avevano bene in mente la conferma delle pene dei dirigenti apicali bianconeri.

Sapevano quindi che uscire indenni, soprattutto dopo le dure motivazioni del Collegio di Garanzia, sarebbe stato impossibile. Avevano in mente un’altra strada.

Per essere chiari, la i difensori della Juventus sapevano che il massimo cui puntare era ridurre in modo significativo la penalizzazione.

Come ricorda Il Corriere dello Sport, in dibattimento lo staff legale aveva puntato su un diverso concetto di afflittività (leggi pena più “proporzionata”), quindi avevano ricordato l’inversione di tendenza rappresentata dal cambio in toto della Governance della Juventus, infine la scelta di aver adottato modelli di prevenzione.

Nello specifico, gli avvocati avevano lanciato l’amo di un -5 di penalizzazione. Juventus che sarebbe scesa dal 2° al 4° posto, accusando un mancato incasso di 12 milioni.

La Corte però è stata di diverso avviso, considerando questa ipotesi poco afflittiva. Difficile dargli torto. Come detto, al netto di altre sanzioni, vincendo le tre gare di campionato, la Juventus sarebbe stata in Champions.

Stavolta la colpa non è delle toghe cattive, ma di chi ad Empoli, dopo aver preso il primo gol, ha alzato bandiera bianca contro una squadra che ha dimostrato di voler la vittoria con più determinazione.

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