Non solo il mercato dei giocatori o l’addio agli allenatori, protagonisti anche gli stadi. Uno in particolare, che cambia denominazione
In Serie A poche società possono vantarsi di gestire uno stadio in prima persona. La prima a fregiarsi di questo titolo, Reggiana a parte sul finire degli anni ’90, è stata la Juventus.
Sulle ceneri del Delle Alpi, costruito per i Mondiali del 1990, nel 2011 è stato inaugurato lo Juventus Stadium, ora chiamato Allianz Stadium, dal nome del brand che ha acquisito il naming rights.
La seconda società a fare un passo simile è stata l’Udinese. Dal 2013 la società friulana gestisce l’impinato con la formula dell’usufrutto della superficie per 99 anni, concesso dall’amministrazione comunale per 4,55 milioni di euro.
A parte le due compagini bianconere, in serie A sono “proprietarie” dello stadio l’Atalanta e il Sassuolo. Avere una “casa” sportiva di proprietà, non è solo un fatto di immagine.
Possedere un catino da gestire, consente quasi sempre di avere uno stadio pieno, con vantaggi quindi economici, leggi gestione pubblicità ed eventi da organizzare in giorni diversi dalla gara. Oltre a questo, a livello sportivo, disputare le gare in uno stadio sempre pieno porta maggiori vittorie, la Juventus in tal senso è un chiaro esempio.
Al di là del poker di compagini che già lo posseggono, molte altre stanno lavorando da anni per avere un proprio stadio. Tra quelle “in progress”, la più avanti sembra essere la Roma.
I giallorossi, dopo la decisione di Dan Friedkin di rinunciare all’impianto in zona Tor di Valle, hanno ottenuto l’interesse pubblico per edificare in zona Pietralata, a est della Capitale.
Il percorso è ancora lungo, ma entro cinque anni la prima pietra dovrebbe essere posata. Ci sono poi Inter e Milan. Partite insieme per edificare un nuovo San Siro, i club si sono separati. Proprio la settimana scorsa i rossoneri hanno inziato i dialoghi con il comune di San Donato Milanese. Più indietro dei due club meneghini ci sono Fiorentina e Lazio.
I viola hanno subìto il ripensamento della Commissione Europea sui finanziamenti già concessi per riqualificare lo stadio Artemio Franchi.
Niente soldi dall’UE per il Comune di Firenze, si riparte dal via. Infine i biancocelesti. Claudio Lotito, dopo l’accesso agli atti effettuato in Campidoglio ad agosto scorso, non ha compiuto altri passi per ottenere la concessione dello stadio Flaminio, impianto decadente a pochi km da Piazza del Popolo. Tornando all’Udinese, lo stadio resterà suo ma l’ex Stadio Friuli cambierà nome.
“Con l’ultima partita del campionato di Serie A 2022/2023 si è concluso il rapporto tra Dacia e il club friulano. Un percorso di 13 anni costellato di comuni soddisfazioni che ha visto la quota di mercato Dacia in Italia crescere di oltre 4 punti nel mercato automotive”, si legge nella nota prodotta dal club della famiglia Pozzo.
Come scrive calcioefinanza.it, l’Udinese non incasserà più 1,5 milioni di euro a stagione come previsto dal contratto con il Gruppo Dacia. Dal 1° luglio l’impianto si chiamerà “Udinese Arena”.
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