Il lutto lascia attoniti tifosi e addetti a lavori. Ecco cosa è successo
Ha militato una sola stagione nel nostro campionato, erano gli indimenticabili anni 80, eppure nella piazza dove ha militato lo ricordano con affetto e la notizia improvvisa della sua scomparsa ha lasciato senza fiato tifosi e addetti ai lavori. Impossibile, se sei un over 40 di oggi, non avere bene in mente il suo volto, grazie anche alle indelebili figurine Panini.

E’ deceduto prematuramente all’età di 57 anni l’ex stella della nazionale belga e del Bologna, Stephane Demol. Classe 1966, ragazzone alto e riccioluto, aveva un buon tocco di palla, era elegante ma non era certo “una scheggia” e questo compromise non poco una eventuale lunga permanenza nel nostro campionato.
Difficile tenere testa all’energia e alla rapidità degli attaccanti italiani quando sei un difensore centrale e devi impedire loro di andare a rete.
Tuttavia in Emilia, 22 presenze, lo ricordano come un calciatore duttile, sempre a disposizione di compagni e allenatore, tatticamente intelligente, tecnicamente eccelso. Era il Bologna di un esigente Gigi Maifredi, era il Bologna di Luppi, Stringara, Marronaro, di Claudio Ottoni e del cileno Rubio. Una squadra che aveva grande tempra fisica e che era ostacolo duro da battere per chiunque.
Addio al belga Stephane DeMol: fu difensore nel Bologna di Gigi Maifredi
Per De Mol, oltre tutto 38 presenze con la nazionale belga, andò molto meglio nelle stagioni successive, prima al Porto, poi ai francesi del Tolosa. Fu poi un peregrinare per mezza Europa, con un carriera che andò mano mano spegnendosi come intensità. Eppure poteva esserci ben altra carriera per lui, dopo i promettenti inizi all’Anderlecht che non era certo l’ultima arrivata negli anni 80.

Appese le scarpette al chiodo, DeMol ha provato la carriera come allenatore, ma senza grande fortuna. Prima come secondo della nazionale belga, dietro Dick Advocaat, e poi passando per la Grecia, fino ad arrivare addirittura in Thailandia. A ben guardare la carriera di Stephane, le critiche sembrano forse esagerate e ingiuste. Certo, non ha scritto la storia del calcio, ma il suo palmares è di tutto rispetto.
Quattro scudetti, due coppe nazionali, un quarto posto ai mondiali del 1986 ai quali partecipò davvero giovanissimo, segnando anche un gol e diventando un perno della sua difesa, il tutto costellato da centinaia di presenze in squadre di club di mezza Europa e ripetiamo trentotto presenze, con tre gol, con la maglia della nazionale del suo Paese, il Belgio.
Certo è chiaro che la sua fu una parabola ascendente e discendente, durata soltanto pochi anni, da grande promessa del calcio europeo alle delusioni di inizio anni Novanta, fino al ritiro nel 2000. DeMol è morto di infarto, giovanissimo, e questo di certo ci lascia un vuoto immenso, prima di tutto per l’uomo poi per l’atleta.





