Il lavoro del Dt dell’area tecnica della Juve è sotto l’attenta lente d’ingrandimento della proprietà: possibile un clamoroso avvicendamento
Una campagna acquisti estiva sontuosa, sebbene forse non completamente funzionale alle esigenze di un tecnico che, per la prima volta in carriera, si affacciava alla guida di un grande club che non vince lo scudetto dal 2020. Un mercato fatto di scelte forti, a volte anche impopolari, come quella di non accontentare le richieste economiche di Adrien Rabiot, il big in scadenza di contratto per il secondo anno consecutivo. Oppure come quella di rinunciare a Federico Chiesa, l’attaccante messo ai margini della rosa in vista di una cessione che anticipasse la deadline contrattuale prevista per giugno 2026.
Il lavoro di Cristiano Giuntoli alla Juve, inguidicabile nel suo primo anno alla Continassa (quello precedente, in cui c’erra ancora Max Allegri) perché condizionato da una ristrettezza economica obbligatorio dopo le sentenze della FIGC su plusvalenze e quant’altro, si è dispiegato nell’estate del 2024 tra cessioni remunerative (ben 80 i milioni incassati dalla partenza dei prodotti della Next Gen) e colpi milionari.
Peccato che, alla resa dei conti, superata ormai la boa di metà stagione, parecchie delle scelte del dirigente non si siano tradotte in un reale upgrade della rosa. ‘Colpa’ anche di Thiago Motta, sostiene qualcuno, che con le sue scelte talvolta cervellotiche non ha contribuito a dare delle linee guida coerenti e decise al gruppo. Del resto, pur volendo attribuire all’ex allenatore del Bologna le responsabilità della mancata resa dei vari Douglas Luiz, Nico Gonzalez, Teun Koopmeiners, Khephren Thuram e Francisco Conceiçao (sebbene gli ultimi due abbiano fatto vedere, almeno in parte, il loro valore), Motta è stato scelto e fortemente voluto proprio da Giuntoli. Che di fatto è il responsabile principale – nonché il parafulmine, nelle ultime settimane – di una situazione di classifica non esattamente lusinghiera.
Giuntoli nella bufera, Elkann pensa all’ennesima rivoluzione
Arrivato a Torino dopo un lungo braccio di ferro col Napoli e con De Laurentiis, quelli che molti hanno considerato il vero Demiurgo del Napoli scudettato guidato da Luciano Spalletti non ha finora convinto appieno la piazza. Il lavoro fatto nella scorsa estate ha sì ringiovanito la rosa bianconera, tra le più giovani dell’intera Serie A, abbassando anche notevolmente il monte ingaggi, ma la realtà parla di una Juve lontana ben 14 punti dalla vetta della classifica.
In considerazione di ciò, la proprietà del glorioso club piemontese, nella figura dell’Ad di Exor John Elkann, starebbe meditando un clamoroso cambio ai vertici della dirigenza. Piace da matti infatti Giovanni Sartori, già protagonista di un ottimo lavoro nell’Atalanta della famiglia Percassi fino al 2022, e successivamente passato in quello stesso Bologna elevato a posizioni di prestigio nella classifica finale dello scorso anno anche grazie al lavoro dello stesso Thiago Motta. Emblematica, in tal senso, la storica qualificazione in Champions ottenuta nel 2023/24.
Il nipote dell’Avvocato Agnelli potrebbe dunque decidere, al termine di questa annata, di strappare l’abile dirigente al club felsineo. Indirettamente, sostengono in molti e non senza logica, che questa mossa potrebbe significare la volontà di proseguire con l’allenatore oriundo, messo anch’egli pesantemente in discussione dopo i primi mesi alla guida della Juve.