Il tecnico piacentino, improvvisamente nell’occhio del ciclone dopo la disfatta di Firenze, incassa la pesante stoccata: la sentenza è netta
Corsi e ricorsi storici. O semplicemente un terribile ‘Deja vu‘. Chiamatelo come volete, ma è almeno la seconda volta in stagione che l’Inter e Simone Inzaghi si ritrovano a vivere una stessa identica situazione di difficoltà proprio nel momento più inaspettato. E anche meno opportuno per le alte ambizioni del club e dello staff tecnico.

La prima volta, lo scorso 22 settembre, era stato il Milan di Paulo Fonseca, già pesantemente in discussione e ad un passo dall’esonero, a sorprendere la corazzata nerazzurra vincendo una stracittadina da conclamati sfavoriti, minando le certezze di un gruppo reduce dal prestigioso pareggio europeo in casa del Manchester City. Quello vero, quello che aveva iniziato la stagione alla grande e che era in testa alla classifica di Premier League col Liverpool.
Qualche mese dopo, a febbraio 2025, la storia si è ripetuta. La carnefice della Beneamata è stata stavolta la Fiorentina di Raffaele Palladino, arrivata alla gara del ‘Franchi’ – il famigerato recupero di campionato dopo il terribile malore occorso a Bove nella sfida del 1 dicembre – con soli 13 giocatori a disposizione per via dell’impossibilità di schierare sia i giocatori ceduti nella finestra di gennaio, che quelli appena acquistati.
Quella che poteva sembrare una comoda vittoria di una squadra lanciata all’inseguimento del Napoli e che finalmente avrebbe potuto colmare il distacco raggiungendo i partenopei in testa, si è trasformata in una serata da incubo. Quella che è stata definita ‘la peggior Inter della gestione Inzaghi’ è caduta sotto i colpi di Kean e compagni, incassando un brutto stop nella corsa scudetto.
Inzaghi, riparte il processo anche sul derby: parole di fuoco
E dire che appena quattro giorni prima, sebbene non riuscendo, per la terza volta nell’anno, a battere il Milan nel derby, i Campioni d’Italia avevano mostrato un ottimo stato di grazia, dominando di fatto la gara, colpendo tre legni e recuperando la partita in pieno recupero col gol di de Vrij su assist del neo arrivato Zalewski. Il morale era indubbiamente alto, complice il contestuale pareggio del Napoli all’Olimpico, con la Roma capace di beffare gli azzurri in pieno recupero fissando il punteggio sull’1-1 finale.

Proprio la gestione della stracittadina milanese non è però affatto piaciuta all’ex giocatore, oggi opinionista, Vincenzo Matrone, che ha parlato al canale Youtube di Calciomercato.it nel nuovo episodio di Zona Rossonera. Pesanti le stilettate lanciate all’allenatore dell’Inter per quanto visto nella gara di San Siro del 2 febbraio scorso.
“Inzaghi ha parlato solo di arbitri dopo il derby. Però c’è da dire che il primo l’ha perso con il Milan che in attacco aveva Morata e Abraham, uno l’ha perso quando vinceva 2-0 e poi ha subito la rimonta per 3-2, l’altro l’ha pareggiato contro una squadra che aveva Abraham che sembrava un giocatore di basket, a cui probabilmente avevano detto che si poteva segnare anche con le mani“, ha esordito Matrone.
“Mi chiedo se avessero dato a lui Abraham e a Conceiçao Lautaro e Thuram… I cambi del Milan sono stati un ragazzo di 16 anni come Camarda, Jimenez, Terracciano, Gabbia che non stava bene e Chukwueze. Parlerei più di questo e anche di come ha gestito la partita, secondo me malissimo. I tre pali? Li ha colpiti con uno schema anni ’70 coi difensori in area per colpire di testa: così potrei allenare anche io“, la dura sentenza del 53enne di Vasto.





