Quando parla Ruud Gullit, non è mai una dichiarazione qualunque. E se poi si tocca l’AC Milan, il club che ha segnato la parte più iconica della sua carriera da calciatore, le sue parole pesano ancora di più.
Non c’è nostalgia romantica, stavolta. Solo una critica netta, tagliente. E come spesso accade, le sue frasi sono rimbalzate ovunque nel giro di poche ore, facendo discutere tifosi e addetti ai lavori.
Ma andiamo con ordine. L’ex fuoriclasse olandese, protagonista del leggendario Milan di Sacchi e Capello, ha rilasciato un’intervista senza troppi filtri a una tv olandese. Ha raccontato di aver visto la squadra rossonera giocare lo scorso dicembre. E la sua reazione? Una frase che ha fatto il giro del web: “È stato orribile”.
Non ha usato mezzi termini. Ha detto di aver fatto fatica a seguire la partita, tanto da non riconoscere più quel Milan che una volta era un punto di riferimento per tutti. “Non riuscivo a credere ai miei occhi”, ha aggiunto. Un commento che arriva dritto come un colpo secco, soprattutto da chi ha vestito quella maglia con orgoglio e ne ha fatto parte nei suoi anni d’oro.
La critica, riportata anche da SportMediaset, non è passata inosservata. Non tanto per il tono, che da Gullit ci si può anche aspettare, ma per il contenuto: quello che mette in discussione non è solo il gioco, ma l’identità stessa del club.
A far discutere è soprattutto il tempismo: arriva in un momento delicato della stagione, quando i rossoneri sono ancora in corsa per obiettivi importanti ma appaiono spesso in affanno. Il Milan di Pioli è stato capace di grandi exploit, ma anche di crolli inspiegabili. E questo squilibrio, secondo Gullit, è il vero problema.
“Vedo una squadra che non sa cosa vuole essere”, ha detto. “Cambia spesso atteggiamento, e manca di quella fame che noi avevamo sempre addosso. Non si vince solo con il talento, ma con la mentalità”. Ecco, forse è proprio su questo punto che si accende il vero dibattito: mentalità vincente, leadership, spirito di gruppo. Quella cosa che non si compra e che, per anni, ha fatto la differenza in casa Milan.
Naturalmente, il web si è diviso. C’è chi lo accusa di essere stato troppo duro, poco riconoscente verso un club che gli ha dato tutto. E c’è chi, invece, pensa che una voce autorevole come la sua faccia bene, perché scuote, mette in discussione, e magari accende un confronto utile.
In fondo, la domanda che rimane è una sola: quanto contano oggi le parole di una leggenda? Possono davvero smuovere qualcosa? O restano solo un’eco nostalgica in un calcio che va troppo veloce per ascoltare?
Una cosa è certa: Gullit non ha parlato per caso. E se anche non tutti saranno d’accordo con lui, è difficile ignorare la sincerità del suo giudizio. Magari scomodo. Ma sicuramente vero.
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