Un Roberto Baggio a ruota libera: retroscena scioccante che lascia attonito l’intero mondo del calcio. Ecco tutti i dettagli
Tra tanti fenomeni, veri o presunti tali, un solo ‘Divin codino’, al secolo Roberto ‘Roby’ Baggio. Il fantasista, ex, tra le altre, di Juventus, Milan e Inter, dopo aver appeso le scarpette al chiodo, è uscito da mondo del calcio che gli ha regalato fama e denaro.

Eppure il ricordo della sua gesta sul rettangolo verde non è sbiadito. I suoi dribbling, i suoi guizzi, le sue giocate rimangono indelebili nella memoria non solo dei tifosi delle squadre di cui ha vestito i colori ma anche degli amanti del calcio. Del resto, i suoi gol entrano di diritto nella galleria dei capolavori del calcio di ogni epoca.
Amatissimo, ogni sua intervista cattura l’interesse dei tifosi e degli appassionati anche perché raramente Roby Baggio si concede a taccuini e microfoni. Ebbene, ora il ‘Divin codino’ ha rotto il silenzio e, come gli capitava quando era in campo, ha lasciato tutti a bocca aperta.
Nella luminosa carriera del ‘Divin codino’ c’è una sola pagina nera, una macchia che neanche a distanza di anni non riesce a mandare giù. No, non è il rigore calciato alle stelle nella finale del Mondiale di Usa ’94 contro il Brasile di Romario e Bebeto.
E non è nemmeno la semifinale contro l’Argentina di Diego Armando Maradona quando si spensero le ‘notti magiche’ di Italia ’90. No, è qualcosa di più grave, una vergogna, anzi, un vero e proprio tradimento come lo stesso Roby Baggio lo ha bollato nell’intervista concessa a “Esquire”.
Ciò che il ‘Divin codino’ non riesce ancora a metabolizzare è la delusione per la mancata convocazione per i Mondiali in Corea e Giappone nel 2002 (passati alla storia per le malefatte del famigerato arbitro Byron Moreno).
Roberto Baggio, retroscena choc: “Ecco chi mi ha tradito”
Il 4 febbraio del 2002 Roby Baggio si ruppe il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro durante la semifinale di Coppa Italia tra il Parma e il suo Brescia ma rientrò in tempo per disputare le ultime 3 partite di campionato in cui segnò 3 gol.

Tuttavia, l’allora Commissario tecnico, Giovanni Trapattoni, non lo convocò sostenendo successivamente di avergli offerto invano il ruolo di riserva, di 24° giocatore della spedizione in Oriente.
Ebbene, il ‘Divin codino’ è di tutt’altro avviso e così dalle colonne di “Esquire”, in barba all’imperturbabilità della sua fede buddista, ha risposto a muso duro al Trap: “Quella fu una cosa vergognosa che per mille motivi difficilmente passerà. Sarei dovuto andare anche con una gamba sola, per quello che avevo rappresentato“.
Insomma, sono passati più di 2o anni e il ‘Divin codino’ ha ancora il dente avvelenato contro il Trap. Possiamo comprenderlo.
Quello nippo-coreano sarebbe stato il suo quarto Mondiale, il degno epilogo della sua straordinaria carriera ma soprattutto ciò che più lo tormenta è il fatto che, come sottolinea nella sopraddetta intervista, “mancava più di un mese all’inizio del Mondiale, potevano portarmi in ritiro e dopo valutare le condizioni“.





