Sudafrica 2010: quando il ‘goal’ sta in panchina…

JOHANNESBURG (Sudafrica) – Cosa c’è di più bello per un attaccante di fare un gol. Niente se non la prospettiva di segnare un giorno in una partita di Coppa del Mondo scrivendo una pagina indelebile nella storia del calcio. Si lavorano anni per un Mondiale, si segnano decine e decine di gol in tutte le categorie per quel sogno ma per alcuni può anche non bastare. Sì perché segnare 30 gol in campionato non assicurano il posto da titolare in nazionale, anzi. Un esempio: chiedete ai tre migliori bomber dell’ultima Serie A.

E’ vero che avere il paraocchi sui bomber è una caratteristica diffusa in tutto il mondo ma per un’analisi più giusta possiamo partire direttamente guardando in casa nostra. L’Italia di Lippi contro il Paraguay ha schierato in campo Gilardino e Iaquinta, due fedelissimi del ct che però insieme hanno segnato quasi dieci reti in meno del buon Di Natale, capocannoniere con 29 reti dell’ultimo torneo ma costretto a guardare i compagni dalla scomoda panchina sudafricana. Stesso discorso per Pazzini che ha trascinato la Sampdoria in Champions con i suoi 19 sigilli ma che in azzurro è costretto a vivere all’ombra del compagno di Biella.

Scendendo la classifica marcatori però troviamo quella che per noi italiani è un po’ la pietra dello scandalo: Milito. L’attaccante dell’Inter ha timbrato con le sue reti tutti i successi dell’Inter, dal Campionato alla Champions passando per la Coppa Italia ma questo non gli è bastato per giocarsi il Mondiale da titolare con la sua Argentina. Più di trenta reti stagionali relegate in panchina per far posto a Higuain che però almeno ha saputo segnare tanto quanto il compagno in stagione convincendo Maradona a discapito del Principe.

Qualche problema in più invece potrebbe averlo Capello, specialmente dopo le prime due deludenti uscite della sua Inghilterra. Rooney, bomber principe in Premier League non è più lui dopo il brutto infortunio alla caviglia ma il suo valore resta indiscutibile. Qualche dibattito in più potrebbe e dovrebbe crearlo la scelta del ct friulano di puntare tutto su Heskey o Crouch quando in panchina può contare su un tesoretto da 42 reti: Bent (24) e Defoe (18). Misteri del calcio ma in caso di clamorosa eliminazione Don Fabio avrebbe le sue gatte da pelare di ritorno nel regno di Sua Maestà.

Infine, giusto per finire il giro dei principali campionati europei, parliamo di Bundesliga. La Germanianon ha deluso nonostante la sconfitta con la Serbia ma in zona gol, specialmente con i balcanici,Podolski ha mostrato tutti i suoi limiti. Per non essere da meno dei colleghi però il buon Loew ha deciso di relegare in panchina l’attaccante del Bayer Kiessling, autore di 21 reti in campionato: più di Klose, Podolski, Gomez e Mueller messi insieme. Senza considerare la non convocazione di Kuranyi e dei suoi 18 sigilli. Discorso diverso invece per la Francia: la morìa di attaccanti da doppia cifra non ha colpito solo la nazionale ma anche la Ligue 1 che da anni non regala grandi bomber ai Bleus. Povero Domenech – che come sempre però ci mette del suo – ma forse è meglio dire povero Blanc per quello che si troverà in mano tra meno di un mese.

Insomma segnare tante reti è bello per un attaccante. Il centravanti vive per fare gol e per esultare ma non sempre questo basta, anzi. Come abbiamo visto molto spesso segnare molto serve a poco visto che le convinzioni dei ct resistono spesso oltre ogni logica. Ma si sa a volte – specialmente a una Coppa del Mondo – l’importante è partecipare. Forse.

fonte: sportmediaset.it

La Redazione di Calciomercatonews.com

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