Mondiali 2010: Milan, Capello ed il gol fantasma, l’editoriale di Garlando

MILANO – Non dite a Capello che il suo Milan, primi anni Novanta, aveva in un cassetto il brevetto per smascherare il gol fantasma. Se quel cassetto si fosse aperto, oggi forse in Inghilterra lo chiamerebbero ancora Fabulous Fabio. Andò così. Stagione ’88-89 il Milan di Sacchi segnò tre gol mai visti dagli arbitri: autogol di Vasilijevic e di Herman contro Stella Rossa e Werder Brema, gol di Ancelotti all’Inter. L’a.d. Adriano Galliani telefonò agli ingegneri della sua Elettronica Industriale S.p.a di Lissone (che aveva spalancato a Berlusconi l’Eldorado delle tv commerciali) e suggerì: «Lavoriamoci». Il brevetto venne depositato il 19 luglio 1989 con la sigla 21240 A/89: «Apparecchiatura per segnalare il superamento di una soglia di traguardo di un oggetto riconoscibile tra altri, in particolare il superamento di una linea di rivelazione di goal del pallone e/o simili». L’ingegner Adriano Barzaghi dell’Elettronica Industriale, spiegava di aver contattato l’ingegnere che aveva concepito il Ciclope tennistico e di aver messo a punto due modelli, sfruttando i campi magnetici. Il primo richiamava il sistema per localizzare via satellite le barche in mare: un sensore nel pallone rilevava l’arrivo in porto di un gol in un’area irradiata da generatori. Il secondo prevedeva piccole antenne sul retro dei pali, capaci di creare una lastra magnetica all’interno della porta, che avrebbe reagito a contatto col pallone, quando avesse superato per intero la linea di gesso. Le istituzioni accolsero tiepidamente l’idea. L’ingegner Barzaghi concluse: «Prototipo e test ci costerebbero un miliardo di lire. Inutile investire senza prospettive di commercializzazione». Il cassetto restò chiuso. Per la futura disperazione di Capello. Adriano Galliani ricorda bene quel brevetto: «Sì, ma non so che fine abbia fatto. So che l’ingegner Barzaghi lavora ancora all’Elettronica Industriale e oggi sento lo stesso scetticismo di allora. Trovo assurdo che Blatter e signori vari si oppongano ancora all’innovazione. In nome di quale sacralità? Perché il basket ha l’instant replay e altri sport si sono aggiornati? Ricordo benissimo la finale Inghilterra-Germania del ’66. La seguii in un bar affollato sul lago d’Idro. Un vecchio televisore in bianco e nero. Quarantaquattro anni dopo non è cambiato nulla». Non ditelo a Capello.

Fonte: Gazzetta dello Sport

La redazione di Calciomercatonews.com

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