Calciomercato Milan, Nesta: gli Impact mi hanno fatto sentire importante, i soldi non contano

CALCIOMERCATO MILAN NESTA MONTREAL IMPACT – Alessandro Nesta si è già ambientato nei Montreal Impact, ha trovato casa (« è un bell’appartamento vicino al centro») e presto (fra una decina di giorni) debutterà in questa nuova avventura calcistica. «Ma sarà anche un’opportunità per i miei figli di crescere con inglese e francese, più lo spagnolo che ascoltano dalla baby sitter. E quando saranno grandi mi ringrazieranno». Ecco di seguito l’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

Come è nata l’idea di Montreal?
«È da anni che ho in mente la Mls. Finito con il Milan volevo venire in America, ma grandi offerte non mi sono arrivate. All’inizio mi sono anche sorpreso, però qui pensano il calcio in modo differente. Da noi il difensore è uno che conta, qui puntano sugli attaccanti. Questione di marketing. Ma gli Impact seguono una filosofia più italiana: sono venuto a vedere Marco Di Vaio, abbiamo parlato, mi hanno fatto sentire importante».
Anche se l’offerta economica non è stata strabiliante. 
«Non ha pesato. In vent’anni ho guadagnato molto, contava fare questo tipo di esperienza, perché quando smetti di giocare non è mica facile trovare un altro lavoro che ti permetta una scelta del genere».
Si è già fatto un’opinione sulla qualità del soccer?
«È un calcio molto fisico. Rispetto a qualche anno fa, quando disputammo alcune amichevoli qui, il livello è migliorato. Ci sono ancora grandi margini di crescita».
Qualche anno fa disse che una volta smesso avrebbe preferito rimanere fuori dal calcio per misurarsi con un mondo diverso. Ha preso il patentino di allenatore, dunque ha cambiato idea? 
«Ho realizzato che lasciare l’ambiente a cui hai dedicato la vita fin da piccolo non sarebbe semplice. Voglio fare l’allenatore, ma non dei ragazzini. Punto in alto: voglio misurarmi al massimo livello. So di aver bisogno di competizione, di adrenalina. Per come sono fatto io, sarà il lavoro perfetto».
Il suo amico Pirlo è stato protagonista. Ormai è una vecchia storia: bella fesseria farlo andare alla concorrenza. 
«Era in scadenza di contratto. O glielo rinnovavi o era libero di andare ovunque. Ripeto, abbiamo sottovalutato la forza della Juve».

 

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