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Bologna, Sabatini: “Il calcio è immortale. Amo Pastore, su Mancini e la Nazionale…”

Walter Sabatini, coordinatore dell’area tecnica di Bologna e Montreal Impact, ha parlato di diversi temi al ‘Social Football Summit’: dai social ai vecchi amori come Pastore fino alla Nazionale di Mancini

Walter Sabatini

“Vorrei cominciare dicendo che Il premio attribuito ieri sera a me lo avrebbe meritato Tare”

Oggi si lavora molto con i social, ho recuperato un taccuino. Partiamo da questo, Lei leggeva Dostoyevski prima di entrare in campo. Cosa pensa del fenomeno tecnologico negli spogliatoi

“Io sono un uomo della carta e spero sopravviva. Non sono un uomo che incentiva questo tipo di comunicazione. Io adoro la letteratura, i miei autori sono stati moltissimi. Sono stato fortunato, vorrei che i giocatori a volte leggessero storie. La vita non è fatta di hashtag, cuoricini. Anche se ne ricevo da tifosi e qualche tifosa. Ma non partecipo molto a questo scambio”

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Social network e calciatori, Sabatini: “Un rischio enorme, ecco perchè”

Walter Sabatini (Getty Images)

Cosa ne pensa dei giocatori che usano troppo i social?

“Secondo me è un rischio enorme, ho un ragazzino di 15 anni e si permette di venire a tavola con il figlio e rischia. Tu hai il beneficio di pranzare con me, molti non possono. Non vedo mai un calciatore arrivare a tavola con il telefonino nascosto o che lo spegne. Mio figlio dice è colpa tua e della tua generazione”

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Nella sua esperienza ha lavorato con proprietà straniere oltre che italiana. Cosa cambia?

“La proprietà italiana vive nel tessuto sociale e si sente più coinvolta. La società straniera anche per lontananza vive in maniera diversa una sconfitta. C’è meno passione. Il mio attuale presidente ha un particolare attaccamento all’Italia. È orgoglio della sua nascita a Sicilia ed è di una ricchezza smodata. Hanno fondato un impero in America ed in Canada. È gente che ci sta molto vicina e si preoccupa sia del Bologna che del Montreal. C’è un progetto che prevede di creare un network internazionale che producano calciatori per le nostre squadre o soldi“.

Sabatini sul futuro del calcio: “Non c’è coesione tra sport e politica”

Abbiamo parlato tantissimo dell’impatto dei social nel marketing. L’industria calcio dove crede stia andando?

“Il calcio è immortale, nasce in qualsiasi piazza dove rimbalza una palla. Il segreto del calcio è che è nel DNA di tutti noi. È uno sport semplicissimo, fate rimbalzare una palla e vedrete che scatterà sempre un bambino”.

Sta evolvendo bene tra immagini, TV , sponsor?

“Andrà avanti bene se ci sarà coesione tra sport e politica. Cosa che non vedo. Per quale motivo il Frosinone è riuscito a fare uno stadio in un anno e la Roma non ci riesce. Servono stadi, serve unità in questa cosa. È una lotta di potere che rimanda indietro la clessidra. Ma comunque il calcio non si fermerà mai. Quando ero un bambino mi è stato regalato un pallone, giocavo ancora agli indiani o a nascondino. Quando mi è rimbalzato un pallone davanti mi è cambiata la vita. L’emozione di controllare un pallone, dribblare. Ero un fenomeno eh! Nessuno si ricorda di me come calciatore ma ero forte. Ero un giocatore talentuoso, un giocatore circense, inutile. Il talento è mortifero, ti uccide, non ha pietà. Il talento è quello di Luis Alberto”.

Sabatini, da Pastore alla Nazionale azzurra di Mancini

Javier Pastore (Getty Images)
Quali giocatori ama?

“Sono tanti, ne lascerei fuori molti. Devo dire che pastore quando l’ho visto nell’Huracan non pensavo che un giocatore potesse giocare così a calcio. Sono riuscito a portarlo a Palermo per 5,7 milioni. Ho creduto di vivere in una fiaba. Zamparini quando è arrivato pastore mi disse: dì all’allenatore di fare 5 minuti. Entra pastore contro i boscaioli di montagna. Pastore entra e mette una palla con l’altro piede arriva Miccoli e fa gol. Mi giro verso Zamparini e lo vedo piangere a dirotto. Gli dico “presidente che succede? ” “Eh mi sono commosso, devo andare un attimo negli spogliatoi.” Gli sono andato dietro e sento lui che dice: ” voi che non capite un c**** dovete passare la palla a pastore!” Lui lo ha fatto per entusiasmo, ma quando tu dici ad una squadra non contate niente date la palla a pastore, da lì pastore ha avuto molti problemi perché nessuno gli dava la palla. Mi sono molto rammaricato quando è arrivato a Roma e lo vedevo giocare male. Ora lo rivedo giocare un brandello del suo calcio. Anche Kolarov è un ragazzo che abbiamo preso in Serbia che non lo conosceva nessuno ed è diventato una plusvalenza importante, pagato 5 milioni venduto a 20. Ronaldo attraverso il lavoro ha raggiunto grandi risultati. Ma la poesia, la passione per il calcio è Messi“.

Mancini ha creato un alone di magia con la nazionale?
Roberto Mancini, ct azzurro (Getty Images)

“Mancini ha avuto coraggio, ha creato un contatto con le persone. È un allenatore che pur giovane ha uno score importante di vittorie, ha reso orgogliosa una nazione”.

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Dall’inviato Marco Deiana

Redazione

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