Inchiesta Prisma, altra bomba in casa Juve: la conferma davanti a tutti

Un altro terremoto sta per abbattersi sul calcio italiano: l’Inchiesta Prisma si sposta a Roma, la Juventus può ribaltare tutto

Milano oppure in subordine Roma, era questa la richiesta presentata dalla difesa e accolta dalla Quinta sezione penale della Corte di Cassazione. L’Inchiesta Prisma che coinvolge la Juventus come società e diversi suoi ex dirigente quindi da ora in poi si sposterà nella Capitale, non ripartendo da zero ma certamente con altre basi.

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Inchiesta Prisma, cambia di nuovo tutto (Ansa) – Calciomercatonews.com

Accolta la richiesta degli avvocati, per quella che a tutti gli effetti è una prima vittoria del club e dei suoi ex tesserati, anche se in realtà così i tempi si allungheranno. I pm della Procura di Torino, Marco Gianoglio e Mario Bendoni, rimasto dopo che il collega Ciro Santoriello aveva fatto un passo indietro, dovranno quindi inviare tutta la documentazione ai loro colleghi romani. E solo qui sarà stabilito se e come andare avanti.

Oltre al club bianconero, al momento sono coinvolte a vario titolo 12 persone, a cominciare dagli ex dirigenti juventini Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, Pavel Nedved, Fabio Paratici. Accuse pesanti, legate alla posizione in Borsa della Juventus, come aggiotaggio, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza.

La società invece risulta indagata in qualità di persona giuridica. Per Andrea Agnelli e altri suoi ex dirigenti, invece, la Procura di Torino aveva chiesto l’archiviazione per il reato di false fatturazioni. Una richiesta già accolta dal giudice.

La questione all’esame della Cassazione era legata alla competenza territoriale, contestata dalle difese prima in sede di indagini preliminari e all’udienza preliminare. Così il gup di Torino, Marco Picco, lo scorso maggio aveva richiesto una decisione della Suprema Corte, la cui scelta è arrivata in queste ore. Milano, perché sede della Borsa, o Roma dove si trivano dei server delle comunicazioni contestate. E alla fine ha vinto Roma.

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Tutto quindi ricomincia in quello che possiamo giudicare, facendo una metafora calcistica, come un campo neutro. Ci sono i tempi tecnici perché eventuali reati non vadano in prescrizione, ma certamente con il passare dei mesi sarà più facile avere un quadro chiaro senza influenze da parte dell’opinione pubblica.

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La vecchia dirigenza della Juventus torna a sperare (Ansa) – Calciomercatonews.com

Il materiale raccolto durante le indagini preliminari, durate circa un anno e mezzo, sarà tutto riesaminato, ma servirà tempo perché si tratta di quasi 20mila pagine. Toccherà poi alla Procura romana valutare se ci sia bisogno di un supplemento di indagine e se procedere di nuovo, oppure archiviare nonostante ci sia già stata una richiesta di rinvio a giudizio.

Per le motivazioni della decisione bisognerà aspettare i classici 60 giorni e poi tutto ripartirà. Sul piatto però resta quello che è già successo, a partire dalla condanna della giustizia sportiva ai danni dei bianconeri, in base alle carte raccolte a Torino. Decisioni che hanno privato il còub della partecipazione all’attuale Champions League, anche se po ci avrebbe pensato l’Uefa.

Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore esperto di sport e finanza, al canale twitch di TvPlay ha spiegato cosa può succedere adesso. “Per la giustizia sportiva, con il patteggiamento la Juve ha accettato la legittimità dell’inchiesta. Quindi sarebbe complicato poi chiedere il risarcimento anche se gli indagati fossero riconosciuti innocenti”.

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