Lazio-Inter, l’editoriale di Garlando: tutto il mondo ride di noi!

MILANO – Ci siamo fatti riconoscere un’altra volta. È vero, certe cose non le facciamo solo noi, ma come le facciamo noi, nessuno. Steve Gerrard, capitano del Liverpool, ha servito di persona, con prevedibile gusto, l’assist a Drogba che ha spalancato la vittoria del Chelsea, negando probabilmente il titolo agli odiati rivali del Manchester United. Sospetti a palate, certo. Ma nel contesto di una partita apparsa vera. Vuoi mettere l’Olimpico di domenica sera? Il coro «se vincete, ve menamo» ai propri giocatori paralizzati, gli insulti a Muslera che parava come da contratto, gli inni a Mourinho, imperatore di un possibile scudetto strappato alla Roma. Non esattamente uno spot Pubblicità e Progresso. E infatti tutta l’Europa ieri rideva di noi. Francia Il sito dell’Equipe ha parlato opportunamente di «mondo al contrario». In un mondo a testa in su, i tifosi sostengono la propria squadra. Quella della Lazio è stata definita «partita barocca»: Zarate dribblava tutti e si arricciava su se stesso, come il fronzolo di capitello, perché non poteva andare da nessuna parte. Come poteva fare gol là dentro? «Sono pazzi questi romani», titolava già alla vigilia, stile Asterix, il foglio francese. Solo Muslera ha raddrizzato il mondo. «Forse non era al corrente del complotto», chiosa l’Equipe, che parla di «etica sportiva malridotta» e spende un pensiero per l’Inter: «La sua traiettoria di finalista di Coppa Italia e di Champions non meritava la parodia di domenica sera». Spagna «Parodia» scrive l’Equipe, «Farsa» titola il sito del Mundo. Comunque una realtà distorta, la caricatura di una partita, una brutta recita. Perché se il Liverpool ha avuto le stesse intenzioni laziali, cioè ostacolare il trionfo di un nemico, lo ha fatto nel modo più dignitoso possibile, con tackle da Actors Studios, mimando voglia di vincere, senza ricatti dei tifosi. All’Olimpico i biancocelesti, di errore in errore, di omissione in omissione, sembravano voler urlare alla curva la loro reticenza. Una recita sguaiata. Attori maldestri, come i bambini che salutano i genitori in platea nel saggio di Natale. «Vergognoso» titola anche il sito di As. Agli spagnoli, che avevano appena finito di sparare contro il «catenaccio» dell’Inter, non sembra vero di poter ricaricare a pallettoni contro il nostro calcio. Ma non confondiamo, por favor. L’Inter del Camp Nou, ingigantita dall’inferiorità numerica, esaltata dalla sofferenza collettiva e dalla collaborazione solidale dei singoli, è stato un prodigio di dignità. L’esatto contrario della «farsa» laziale. Inghilterra Sembra di intuire il formidabile mento di Fabio Capello, che beccheggia compiaciuto, perché lui l’aveva detto: «Il calcio italiano è nelle mani degli ultrà». L’osservazione del c. t. inglese aveva sollevato spruzzi d’indignazione, ma, alla luce dei condizionamenti su una partita che può aver deciso lo scudetto, come dargli torto? Anche la stampa inglese ha dato visibilità alla notte dell’Olimpico. Il blog del Guardian, che parla dell’ «assurdità della serie A», srotola un rotolone di commenti sulla vicenda, molti impietosi. Come questo: «Davvero sgradevole, ma qualcuno si sorprende? Il calcio italiano è questo. Succede sempre. Non è stata la prima volta e non sarà l’ultima. Ok, sono i campioni del mondo e hanno una squadra noiosa in finale di Champions, ma puoi prendere sul serio il calcio italiano? È una farsa». Anche loro. Dalla Spagna all’Inghilterra tutti d’accordo: una farsa. Ci siamo fatti riconoscere un’altra volta. Abbiamo dilapidato in un amen il prestigio di campioni del mondo e, quattro anni dopo, ci ritroviamo impaludati nel Calciocaos. Non si sentiva il bisogno della notte di Lazio-Inter. «La dignità del calcio è morta stanotte nella Città Eterna», annunciava domenica il commentatore di Canal Plus. Un filo catastrofico e retorico, certo. Mauna rifondazione etica dei nostri stadi serve ed è urgente. Senza che ce lo dicano gli altri.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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