Inter, Moratti senza dubbi: “Dopo Calciopoli si sta meglio”

INTER MORATTI CALCIOPOLI JUVENTUS – Moratti a tutto campo, con una piccola vena polemica su Calciopoli. Il presidente dell’Inter ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport 24 in cui ha tracciato un bilancio dei suoi 15 anni di presidenza. «15 anni? Troppi… (sorride, ndr). Dobbiamo ricordare che il calcio italiano ha sofferto la terribile situazione che è poi venuta fuori con calciopoli e quello è stato decisamente il momento peggiore del calcio. E quindi comunque adesso è meglio. Il calcio segue quella che è la situazione economica internazionale e quindi non può permettersi di essere brillante come un tempo. Abbiamo le difficoltà economiche delle società più fragili, di Serie B e della Lega Pro. Bisogna avere delle nuove idee, forse creare dei tornei leggermente diversi ad alto livello, però il calcio oggi segue quella che è la situazione internazionale. Il calcio è serio se i dirigenti sono seri, solitamente, e questo è quello a cui bisogna costantemente puntare. Ci vogliono anche dei rinnovamenti, certamente, io penso in primis per me stesso e credo sia necessario anche a livello nazionale e internazionale».

SCUDETTO – Lo scudetto non vuole perderlo: «Lo Scudetto non mi piace mai pensare di perderlo perché hai contro i nemici calcistici e quindi pensi sempre per il pubblico di doverlo portare a casa. E quindi allo Scudetto ci terrei, spero che la squadra possa riprendersi e credo che abbia modo di farlo anche se sono tanti i punti di differenza. La Champions League ormai è entrata nell’ordine delle idee come qualcosa di raggiungibile e quindi ci dobbiamo pensare per forza. Sappiamo tutti che è una scommessa e quindi non voglio creare pressioni nell’allenatore».

MOURINHO E LEONARDO – «Mourinho non è che io pensassi dovesse andare via subito, però, con tutto quello che ha vinto, gli ho concesso questa grande libertà perché pensavo che fosse abbastanza consequenziale. Anche questo qui ha un suo carattere e quindi non è persona da pensare di avere come complice obbligato. E’ una persona che sa badare alla sua vita, farà le sue scelte e sarà libero di farlo. Credo sia un piacere, com’è stato con Mourinho e con Mancini, un piacere poter lavorare insieme perché sono convinto che ci sia molta buona fede, molta professionalità e il piacere di fare le cose, è fondamentale in tutti i mestieri ma nel calcio in modo particolare».

Fonte: Tuttosport

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