Calciomercato Inter, Leonardo – la prima sfida, risollevare la squadra: ecco come!

CALCIOMERCATO INTER LEONARDO SFIDE – L’insolubile peso del distacco da Mourinho è stato per Benitez anche nella differenza nelle metodologie di lavoro, rispetto a quelle di Rui Faria, del suo preparatore atletico Paco De Miguel, rimasto schiacciato da un vortice di infortuni e da una squadra che correva poco, ma soprattutto male. Una delle chiavi di una serena gestione di quel passato portoghese potrà essere per Leonardo anche nel contributo di Stefano Rapetti, all’arrivo del brasiliano «promosso» nuovo preparatore atletico: con Mou e poi Benitez si occupava in particolare di recupero degli infortunati, ma nel suo passato ci sono esperienze da responsabile del ruolo in serie C1 (Giulianova, Grosseto e Massese) e poi nella Primavera nerazzurra e da tempo, all’Inter, era considerato pronto ad un impiego a tempo pieno «sul campo» , più che in infermeria e palestra. Non più monomarcia Eredità complicata? Non per chi ha lavorato a stretto contatto con Rui Faria — e anche recentemente i rapporti fra i due non si sono interrotti — e, soprattutto, ha riscontrato in Leonardo un credo simile a quello di Mourinho, e dunque l’esigenza di sedute non solo filosoficamente più vicine a quelle della sua gestione. Precedenza assoluta agli allenamenti con la palla, anzitutto. Benitez sosteneva di farne in quantità uguale al predecessore, ma la differenza stava anzitutto nel «come» , più che nel «quanto» : spazi di lavoro più ampi, numero più elevato di giocatori impegnati negli esercizi, tempi di recupero più lunghi, in sintesi più attenzione al volume che alle variazioni di intensità. Risultato: una squadra monomarcia, un diesel più che un turbodiesel, mentre ora Leonardo ha chiesto a Rapetti una preparazione volta a condizionare i giocatori in maniera molto più specifica. Prevenire e individualizzare Un lavoro studiato anche assieme ad Angelo Castellazzi -perché le esercitazioni con la palla vivranno sempre di un obiettivo tattico preciso -e nel rispetto di alcuni concetti base: più prevenzione, a partire dall’attività di rigenerazione subito dopo le partite (solo negli ultimi tempi Benitez era stato convinto ad eliminare il giorno di riposo dopo le gare). Più individualizzazione LA SCHEDA O del lavoro nell’ambito di un confronto continuo non solo con l’area tecnica, ma anche quella medica: il rapporto fra Benitez e lo staff sanitario e fisioterapico era faticoso, minato da una quasi totale assenza di fiducia reciproca. Lavoro in palestra più mirato: con Leonardo sono stati concordati piccoli spot di lavoro «a secco» per ogni seduta, molto brevi, ma soprattutto nel rispetto delle caratteristiche morfologiche e del background di ogni singolo giocatore. Un esempio? L’allenamento del 31 dicembre, durato un’ora e 45′, ha avuto un’introduzione di lavoro in palestra di circa 11′. L’incognita dell’eredità Resta un’incognita: che segni, e quanto duraturi, potranno aver lasciato i sei mesi di lavoro con Benitez? Un dato è certo: l’Inter ha avuto quasi 50 infortuni, che hanno coinvolto in diversa misura il 92%dei giocatori di movimento. Questo significa che potenzialmente l’Inter resta una squadra a rischio, soprattutto in presenza di gare ravvicinate, e nei prossimi 24 giorni potrebbe dover giocare ben sette partite. Però esiste una buona base aerobica, ora Rapetti dovrà intervenire sulla componente anaerobica e conta di poter condizionare l’intensità in maniera abbastanza veloce. Il fattore psicologico Il resto potrà farlo la risposta psicologica della squadra all’arrivo di un generatore di empatia come Leonardo: è opinione diffusa all’Inter che il gran numero di infortuni sia stato dovuto in parte anche ad una sorta di traumatologica psicosomatica sotto stress. In parole povere: in un contesto di lavoro non condiviso dai giocatori c’era meno predisposizione ad allenarsi bene e più predisposizione a farsi male. E il Maicon che ha deciso di rinunciare ad un’operazione al ginocchio quasi già decisa per dare tutta la sua disponibilità a Leonardo dice più di qualunque teoria sul tipo di preparazione.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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