L’Inter è rinata grazie alla cura Leonardo e al suo segreto…

INTER LEONARDO EMPATIA – Empatia. Un termine caro a Josè Mourinho, che Leonardo ha subito adottato dopo la sua prima vittoria dell’allenatore. Ma si tratta soltanto dell’ultimo segnale di sintonia e continuità tra il tecnico portoghese e quello brasiliano. E tra i due c’è stato anche un scambio di sms prima della sfida con il Napoli. Empatia significa comprendere e condividere emozioni e sensazioni con un’altra persona. Lo ‘Special one’ utilizzava quella parola per descrivere il suo rapporto con lo spogliatoio. Leonardo, invece, l’ha utilizzata per spiegare ciò che non era scattato tra il gruppo nerazzurro e Rafa Benitez. Per la sua avventura interista, invece, potrebbe diventare una solida base di partenze. I segnali in questo senso sono già rimbalzati da più parti. Ad esempio in una serie di flash della sfida con il Napoli. Quali? Gli abbracci con Thiago Motta (dopo il secondo gol) e con Stankovic (dopo la sostituzione), oppure i cenni di intesa con capitan Zanetti e Cambiasso. Ai tempi di Benitez – a proposito sembra già trascorso un secolo dal suo addio – non si era mai visto nulla di simile. I rapporti con lo spagnolo, infatti, erano sempre stati molto professionali, fin quasi freddi e distaccati. Anzi, tra Chivu e Maicon, qualcuno si era pure permesso di contestare apertamente e pubblicamente l’occupante della panchina nerazzurra. Superfluo sottolineare come, ai tempi di Mourinho, nessuno mai si sarebbe sognato qualcosa di simile.

BRASILE E ARGENTINA – Ritrovarsi in rosa una nutrita colonia brasiliana (sono 5 escludendo il partente Mancini) è indubbiamente un bel vantaggio per Leonardo. Anche se uno dei gli appunti che gli erano stato rivolti nella sua stagione da tecnico milanista riguardava proprio l’occhio particolare nei confronti dei suoi connazionali. Con qualche gelosia da parte di chi non si sentiva adeguatamente considerato. All’Inter, invece, almeno per il momento, non pare che una simile situazione possa ripetersi. Il motivo? Beh perché Leo ha dalla sua anche il gruppo argentino, capitanato in tutti i sensi da Zanetti. «Conosco molto bene Leo – ha raccontato l’argentino a Sky -. Sono felice che possa fare questa esperienza insieme a noi. Lo considero una persona molto intelligente, con idee molto chiare in testa. Credo che, insieme, potremo fare grandi cose». Pensiero completamente condiviso pure dai suoi connazionali.

SPIRITO E REAZIONE – Inoltre, Leo acquisirà ulteriore fiducia se riuscirà a far tornare Diego Milito l’implacabile goleador della scorsa stagione. Contro il Napoli, il ‘Principe’ ha fallito un’occasione che un anno fa non avrebbe mai mancato. Tuttavia, il suo lavoro per la squadra è stato encomiabile. Con il suo movimento, insieme a Pandev (altro elemento rivitalizzato), ha aperto varchi invitanti per i centrocampisti, che prontamente vi si sono gettati. Si è rivisto l’asse con Thiago Motta, che aveva fatto le fortune del Genoa e pure dell’Inter (anche se a intermittenza) l’anno scorso. In generale si è vista una squadra sgombra di testa, con la voglia di andarsi a prendere il risultato con le unghie. Qualche settimana fa, il pareggio incassato dal Napoli, avrebbe provocato una depressione generale. Giovedì sera, invece, dopo un leggero sbandamento, Cambiasso e compagni sono riparti all’assalto. In piccolo, si è rivisto ciò che era accaduto nel match di andata contro il Chelsea della scorsa Champions. Allora, subìto il pareggio, i nerazzurri trovarono energie per riagguantare il vantaggio. E come l’altro ieri, a firmare il raddoppio è stato Cambiasso. Un’altra coincidenza, l’ennesima, che fa capire come lo spirito che si è venuto a creare in casa Inter con l’avvento di Leonardo si stia avvicinando a quello di mourinhana memoria. Durerà? Basterà per lo scudetto? Le verifiche sono dietro l’angolo, a cominciare da Catania domani.

Fonte: Corriere dello Sport

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