Calcioscommesse: Zamperini e Carobbio confessano, ecco come truccavano le gare

CALCIOSCOMMESSE  ZAMPERINI CAROBBIO – Sarà stata l’atmosfera del Natale a spingere Alessandro Zamperini e Filippo Carobbio a confessere subito dopo l’arresto. Deposizioni utili secondo il pubblico ministero Roberto Di Martino, titolare dell’incheista “Last Beth”, anche se non ancora complete. In attesa di avere in pugno i super capi Eng Tan Seet e Almir Gegic, e potere accedere ai segreti della cupola mondiale che pilotava il calcio scommesse da Singapore e dai Paesi dell’Est, i magistrati hanno avuto conferme sul ruolo di Zamperini e Carobbio in numerose partite truccate. Le ammissioni più importanti le ha fatte Carobbio mentre Zamperini (che secondo gli inquirenti aveva contatti diretti con i boss dell’organizzazione, ma anche con Gervasoni e Tisci sul fronte slavo) si sarebbe limitato a confermare gli episodi contestati, senza tuttavia sbottonarsi sulla partita che più interessava: quella Lecce-Lazio 2-4 (22 maggio 2011) che pochi giorni prima lo vede alloggiare nell’albergo dei leccesi assieme al macedone Hristyian Ilievski, detto Cris, braccio destro di Gegic, con «evidenti finalità corruttive». «Sono stato invitato da un amico a vedere la partita» è stata la risposta di Zamperini. Ma gli investigatori sono convinti che la Serie A sia coinvolta eccome. Almeno 20 le partite sospette che coinvolgerebbero anche Genoa, Bologna, Cagliari, Lazio e Napoli, oltre alle tre sotto osservazione citate nell’ordinanza (Napoli-Sampdoria, Brescia-Bari, Brescia-Lecce dell’ultima stagione). Le accuse a Carobbio, giocatore de La Spezia con un passato all’AlbinoLeffe e al Grosseto, si riferiscono a cinque partite. Quattro del Grosseto, tra cui la gara contro il Mantova dell’amico Carlo Gervasoni, che li vede rivali e allo stesso tempo complici in «affari illeciti». Carobbio però sarebbe andato oltre. Fornendo conferme ai sospetti degli inquirenti sulla manipolazione delle partite dell’AlbinoLeffe nelle stagioni 2007-2008 e 2008-2009. Sarebbe proprio la squadra bergamasca quella indicata dal pentito Wilson Ray Perumal nella sua rogatoria in Finlandia come la formazione di Serie B italiana su cui c’era un controllo occulto da parte di Tan Seet e degli uomini di Singapore.

RUOLI – Mentre Zamperini e Gervasoni sarebbero stati «reclutatori» per conto degli asiatici e degli Zingari, con contatti diretti (al pari di Sartor e Bressan) stabili nel tempo, la figura di Carobbio, Pippo nelle intercettazioni, risulta essere invece quella del «garante» in campo per le partite truccate. Il 23 maggio, giorno dell’incontro Grosseto-Reggina, il difensore scambia circa 25 messaggi sms con Gegic e altri membri del clan degli Zingari prima e dopo la partita, compreso l’intervallo. Alla fine il match termina 2-2 con rigore finale della Reggina, anziché con la vittoria con due gol di scarto pianificata dall’organizzazione: Carobbio viene invitato nell’Hotel Granduca di Grosseto, in camera di Alija Ribic, e si scusa al telefono con Gegic: «Situazione sfortunata. Stava andando tutto bene. Avevamo fatto un miracolo. Purtroppo quel negro (Joelson; ndr) non ha tirato il rigore che avrebbe dovuto sbagliare». Per la cronaca l’attaccante, abituale rigorista, entrato nella ripresa, era uno su cui contava l’organizzazione. Al suo posto aveva calciato Consonni, che nel dopo partita dichiara: «Ho tolto dall’imbarazzo un compagno che non voleva farlo».

Oggi gli inquirenti andranno avanti con gli interrogatori. Sarà ascoltato Nicola Santoni, già arrestato lo scorso giugno e che dovrà rispondere anche del tentato inquinamento delle prove insieme all’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni. Domani invece deporrà Sartor.

Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com

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