Real Madrid-Juventus, Del Piero si racconta: quante emozioni in quello stadio…

Alessandro Del Piero Portrait Shoot
JUVENTUS DEL PIERO- Intervistato da As, Alessandro Del Piero ha parlato del proprio amore per la Juventus a poche ore dalla sfida dei bianconeri al Real Madrid: “Ricordo che negli anni ’80 mi affascinava il Real di Butragueño, Buyo, Chendo, Camacho, Sanchís, Míchel, Hugo Sánchez. Non mi dimentico invece la prima volta che giocai al Bernabeu, nel 1996, dopo aver visto tante volte quello stadio mitico in televisione, con giocatori come Hierro e Roberto Carlos. E poi ricordo Raul. Lo ammiro molto. Credo la sua carriera parallela alla mia. Però come giocatore, in cima a tutto il resto, ricordo le semifinali di Champions del 2003, poiché abbiamo eliminato un Real di fenomeni, come Zidane e Ronaldo. Adesso invece c’è un altro fenomeno, Cristiano Ronaldo. Io sarò sempre un tifoso della Juventus. Sempre. Lo sono stato da bambino, da capitano dei bianconeri e anche adesso che gioco in Australia. Non rinnegherò mai il mio passato, i tifosi mi hanno dato tantissimo. Infine, ricordo con grande gioia la standing ovation che il Bernabeu mi riservò nel 2008 dopo una mia doppietta. Per me vale come un trofeo a livello personale, non tiene prezzo ricevere tanti applausi in un tempio del calcio. La sportività della gente di Madrid è stata incredibile. Casillas aveva disposto male la barriera sul mio secondo gol? Io ricordo la rete in un altro modo: una punizione geniale (ride). Penso che Iker abbia posizionato la barriera in quel modo per disorientarmi, poi io ho centrato l’angolo giusto. A proposito di Casillas, è strano vedere un portere straordinario come lui in panchina. Per me fu un onore affrontarlo e segnargli anche qualche gol. Un’altra situazione che mi ha sorpreso è stata la cessione di Ozil. Il tedesco è un grandissimo giocatore, ma capisco che per acquistare Bale la dirigenza ha dovuto sacrificarlo. Ancelotti? Una grande persona, è stato determinante per la mia carriera, sta nel gruppo dei tecnici che più mi hanno influenzato, proprio insieme a Marcello Lippi. Zidane, che è un uomo intelligente e riservato, può imparare tanto per diventare vincente anche come allenatore. Entrambi affronteranno una Juventus matura, con tutta la determinazione possibile per vincere. Il mio soprannome? Merito dell’avvocato Giovanni Agnelli, un uomo straordinario e un grande appassionato del Real e del bel gioco. Disse che se Baggio era Raffaello, Del Piero era Pinturicchio. I miei idoli invece sono stati Maradona, Platini e Zico. Tutti grandi fantasisti, anche se è vero che io ho cominciato da bambino facendo il centrocampista con il numero 7. Mia madre voleva facessi il portiere perché non sudassi tanto e non mi ammalassi. Poi mio fratello mi disse che ero fatto per giocare in un altro ruolo, non in porta. Se il Real tentò mai di acquistarmi? No, però il mio contratto con il Sidney scade tra un anno … ( e ride ancora). Scegliere tra Messi e Cristiano è come dire: mamma o papà? Troppo difficile, davvero. Messi è la fantasia, Cristiano il genio combinato con una grande forza fisica. Chi credo sia la favorita per la Champions? Non posso scegliere una finale tra Juve e Real?”.

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