Juventus, Moggi si difende: non ho commesso illeciti, al massimo ho avuto comportamenti criticabili

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JUVENTUS MOGGI- Luciano Moggi si è difeso dinanzi alla Corte d’Appello di Napoli, dove è in corso il secondo grado del giudizio su Calciopoli. Questo il suo intervento:

Ho visto piangere delle persone e questo mi ha dato la forza per andare avanti per difenderle e difendere anche me. Da parte mia vi devo dire che vi possono essere stati atteggiamenti criticabili eticamente ma non certo reati. In questo periodo si sono verificate delle evoluzioni con le quali si è cercato di sfruttare carenze investigative e trasformarle nell’esistenza di reati. Vi cito alcuni episodi: è sparito un filmato del sorteggio. Siamo partiti dicendo che il sorteggio era taroccato, ma non si sa dov’è il filmato . Il 29 luglio 2009 è stato ritirato dalla procura e sostituita con foto non sequenziali. La sequenza da un giornalista Bianchi Riccardo come un dipendente dell’AIA. Le intercettazioni: sono tutte monche. La sentenza di primo grado dice che sono state tagliate a misura dell’accusa. Gli investigatori Auricchio: non voglio censurare il suo comportamento ma quando un colonnello dei CC arriva a dire che non sapeva che Mediaset era di proprietà del presidente del Milan, non ho commenti da fare. Ma c’era uno scopo: era quello di dare forza ad una trasmissione che non aveva forza ed era il processo di Biscardi.

Giudice: si attenga ai fatti –

Moggi: è stata data forza al processo di Biscardi perché Controcampo aveva due dipendenti di Berlusconi: Ordine e Liguori che quando gli arbitri erano sorteggiati dicevano che erano amici della Juve. Mi fermo qui. C’è stata poi una palese dichiarazione falsa: quella di De Cillis venditore delle schede, alla quale è seguita una querela di Pieri. Il fatto che abbia detto il falso è confermato qui nel processo da Di Laroni.
Le riunioni con i designatori: Pairetto ha dichiarato che è un amico da 30 anni con Giraudo e abbiamo anche fatto delle cene con le famiglie. E addirittura partecipa un altro amico: il mago Berry di mediaset, per intrattenimento. Non si può nascondere un’amicizia. Quando è stato fatto il designatore, Carraro ha convocato le società. La Juve era rappresentata da Giraudo che non fa il nome di Pairetto proprio per la sua amicizie e perché era di Torino, Pairetto lo vuole fortemente Sensi della Roma e perciò ci furono due designatori, non abbiamo cercato di evitare i colloqui con Pairetto, solo una volta nel febbraio del 2005 quando ci siamo lamentati prima con lui poi con Bergamo per quello che era successo a Palermo qualche giorno prima, e poi per Milan-Lazio con la mancata espulsione di Stam. Lì ci siamo visti io Giraudo e Pairetto e dopo io ho chiamato Bergamo ed è la famosa telefonata della grigliata.
Vi dico solo una cosa: Rodomonti lo fa Bergamo perché io come dirigente di una squadra di calcio non potevo volere Rodomonti dopo Inter-Juve del novembre del 2004 con la mancata espulsione di Toldo che non era un fatto casuale. Io non potevo fare il nome di Rodomonti. Devo precisare che non ho mai invaso le attività dell’arbitraggio o mi sono intromesso nelle designazioni e come me chiamavano altri ma io sono qui a difendermi. La Juve veniva posta sempre nella prima griglia e gli arbitri che arbitravano la Juve erano sempre gli stessi; Gli internazionali più Racalbuto e Tombolini che avevano già fatto le 100 partite in A. Tenuto conto delle preclusioni era facile, tanto che anche i giornali il venerdi facevano le previsioni.
Ci hanno accusato di avere distribuito schede svizzere. Adesso io vorrei dire una cosa: quando sono stato interrogato a Roma, ho detto che c’era uno spionaggio industriale e dopo nemmeno un anno è venuto fuori l’affare Telecom. La Juve era una squadra grande ma piccola, perché non aveva televisioni, né compagnie telefoniche in casa. Se fosse stato una qualcosa da nascondere, ma pensate che mandavamo Bertolini, un impiegato dell’ufficio osservatori che si prendevano una scheda ogni volta che andava a vedere una partita. Se poi dopo ne hanno fatto l’uso che volevano non so dire. Questo era. De Cilliss era un tifoso interista forse per questo ha fatto quella dichiarazione, ma in quel negozio si fornivano Branca e altri dirigenti interisti. De Cilliss ha detto che ha portato le schede a Como ma il colonnello ha riferito di averlo accompagnato a Chiasso, De Cillis era amico dei finanzieri, lo posso dire senza problema. Quando sono andato in Svizzera, sono stato fermato alla frontiera perché lui aveva avvisato i finanzieri.
La FIGC organizzava tutti gli anni delle cene di Natala ella quale partcipavano tutti, arbitri e dirigenti. Io che sapevo delle intercettazioni, ritenevo di essere intercetatto pereché attingevamo molto al mercato. Avevamo comprato Stankovic con tanto di contratto da presentare in federazione dopo due mesi. Dopo un po’ è sparito il procuratore del giocatore e lo abbiamo trovato all’Inter.
Le schede venivano pagate dalla Juventus ed avevano un percorso tracciabile. Quando Bergamo ha sentito da me che si poteva essere rintracciati mi ha chiesto una scheda. Io non ne avevo e poi gliene ho fatto avere due una a Bergamo e una Pairetto il quale però ci disse che già l’aveva.
Quando Di Laroni dice che le schede per un certo periodo furono intercetttate evidentemente hanno intercetatto anche quella di Bergamo e si sono accorti che non diceva nulla di rilevante.

Bergamo non era amico nostro e l’ho capito quando ci ha mandato ad arbitrare Collina con Puglisi, senza nemmeno sorteggio, la mattina ho trovato Collina con Meani nell’albergo del Milan a parlare con loro. Lì non ci doveva stare perché era la Juve a giocare in casa e doveva accudire gli arbitri non il Milan. La telefonata con l’appuntamento a mezzanotte del ristorante di Meani…

Giudice: l’ha già detto in un’altra dichiarazione, vede, abbiamo studiato..

Moggi: Mi fa piacere. Sono stato accusato di andare negli spogliatoi degli arbitri. L’ho fatto alla fine della partita ma non nell’intervallo come Moratti nel 2003. Mi è stato detto di avere parlato con Racalbuto la settimana di Reggina-Brescia e gli avrei detto di avanzare il Milan nelle ammonizioni. Peccato che quella gara l’arbitra Pieri.
Hanno anche detto che ci difendevamo dicendo che così facevano tutti: non è vero: noi non facevamo quello che facevano gli altri.
Interessi personali: l’avvocato Vitiello ha detto che ero un procuratore. Non è vero. Ero un dirigente della Fiat, consigliere di amministrazione. Forse hanno depositato il primo contratto, quello del 94. Tenete presente che in quella attività ho messo in condizione la Juve per 12 anni di non spendere una lira, dava i dividendi e diventava campione del mondo.
Mi hanno descritto come un arrogante. Non lo sono mai stato.
L’ultima cosa: la genesi del processo sportivo è fatta da investigazioni dei CC prese in pieno dalla FIGC che ha creduto al colonnello Auricchio che ha fatto le sue investigazioni in maniera anomala, partendo dalla fine, prima di avere le prove. Questo ha portato il sottoscritto ad essere radiato. Addirittura con la battuta su Paparesta! Tenete presente che c’era un grande avvocato, Benedetto, del settore giovanile che dopo la sentenza ha detto: mi fate vedere dov’è l’illecito?
Non voglio proseguire e togliere tempo agli avvocati. Grazie.

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